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Fiat: anche l’IDV Senigallia aderisce allo sciopero della FIOM CGIL

Canti: "L'Italia non rinunci ai diritti dei lavoratori"

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Sciopero FIOM - CGIL

L’Idv Senigallia aderisce allo sciopero Fiom Cgil del prossimo 9 marzo. Tutta l’Italia dei Valori sarà al fianco dei lavoratori metalmeccanici della Fiom che hanno proclamato lo sciopero generale e indetto una manifestazione a Roma, le cui ragioni sono sia di natura sindacale che costituzionale.

Quello che sta accadendo all’interno della Fiat è clamoroso. Vengono violati contemporaneamente gli articoli della Costituzione che prevedono la libertà di associazione sindacale e le leggi italiane che considerano i diritti dei lavoratori parte del sistema di relazione industriale. Nello stesso tempo, le condizioni di lavoro sono complessivamente peggiorate anche a causa di licenziamenti, cassa integrazione, drastiche riduzioni dei salari e un aumento dell’insicurezza nei luoghi di lavoro.

Crediamo che questa manifestazione debba suonare come un monito per il governo affinché venga tolta, dal tavolo della trattativa con le parti sociali, qualsiasi modifica all’articolo 18 e vengano messi al centro del dibattito il rilancio dell’economia e la battaglia contro la precarietà. Per queste ragioni, abbiamo presentato in Consiglio comunale – insieme a Pd, La Città Futura, Vivi Senigallia – un odg “A difesa dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori” approvato proprio nel Consiglio del 27 febbraio scorso.

Abbiamo ribadito nella nostra città e di fronte ai dati diffusi che sono necessarie ed urgenti nuove risorse per gli ammortizzatori sociali e drastiche semplificazioni di forme di impiego precarie. E necessario per attivare investimenti nel nostro Paese è che vada combattuto l’elevatissimo tasso di burocrazia, di corruzione e di evasione fiscale, fattori presenti nel nostro Paese e tra i più gravi motivi di deterrenza per la realizzazione di investimenti in Italia.

Il 9 marzo a fianco della Fiom ribadiremo che i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori non si comprimono. Se democrazia e giustizia muoiono nelle fabbriche, allora muoiono anche nel Paese. Perché l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e non sulla schiavitù. Resta quindi l’urgenza di difendere i diritti di chi lavora e la libertà sindacale.

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