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Senigallia, il Comune taglia le panchine ma i conti non tornano

E' protesta fra i pensionati: "Prima le pensioni, poi la TV e adesso le panchine. E meno male che è Natale"

Tagli al Bilancio Comunale di Senigallia: due sole panchine in piazza RomaTempi duri per i pensionati senigalliesi. I primi effetti della politica di austerity comunale sono arrivati: le panchine di piazza Roma, il tradizionale luogo di raduno dei pensionati, sono state ridotte da quattro a due, mentre l’Amministrazione si riserva di effettuare ulteriori tagli.

L’audace manovra economica è avvenuta in due fasi: lunedì scorso le panchine erano state azzerate per fare spazio alla festa dei Vigili del Fuoco. Dopo qualche giorno sono state ripristinate due sole panchine, approfittando della confusione e confidando nello sgomento collettivo causato dall’ennesima riforma delle pensioni.

Il taglio delle panchine non è sfuggito a Dario, pensionato ancora attivo dell’Area Vasta Comitato Saline, un solido rappresentante di categoria, da sempre in prima fila per i diritti dei pensionati. Ex postino in pensione, ha raccolto le schiaccianti prove fotografiche e ha costituito un comitato. “La settimana è stata già difficile per via del digitale terrestre” ha commentato durante un’affollata conferenza stampa da Canestrari al Foro “e il taglio delle panchine costituisce un altro attacco alla nostra categoria. Non possiamo portare il peso della crisi sulle nostre spalle, ci vuole equità”.

Ma la storia di Dario va raccontata, perché quella appena trascorsa è stata una settimana difficile per questo pensionato medio senigalliese. Le prime avvisaglie si erano avute con la manovra di Monti e le lacrime del Ministro Fornero. Se piange lei figuriamoci cosa devo fare io, deve aver pensato Dario. Era domenica sera e i suoi guai erano appena iniziati. La seconda prova, più dura, è stato il passaggio al digitale terrestre. Fatto il bonifico al nipote che ha programmato il decoder, Dario si è accorto con orrore che la Signora Fletcher è cambiata, anche se conserva l’abitudine di portare sfiga ovunque vada. Vederla a scacchi verdi e balbettante per colpa dell’antenna di casa che è su dal dopoguerra, dev’essere stata un’esperienza devastante. Prenotato l’antennista per la primavera 2012 e già fatto il bonifico anticipato, si è potuto finalmente rilassare passando in rassegna i 182 canali che ha a disposizione.

Per tre giorni non l’hanno visto al supermercato e il nipotino è andato a scuola accompagnato da due spacciatori, mentre alle Poste hanno emesso un annullo filatelico in sua memoria. Passati tre giorni, magro e macilento, Dario ha scoperto la TV di Padre Pio e non è più riuscito a cambiare canale. L’ultimo miracolo dell’accigliato fratone pugliese è stato quello di convincerlo a farsi una doccia, mangiare qualcosa ed uscire di casa per comprare le pile del telecomando. Tutto in quest’ordine. Raggiunta piazza Roma, il suo luogo di raduno, Dario ha notato subito qualche stranezza. Nessun collega pensionato nei paraggi, l’ultima volta che era successa una cosa del genere c’era il bonus sui carrelli della spesa alle Saline, una promozione superata dalla manovra di Monti, che ha introdotto il carrello gratuito per gli ultra sessantenni. La seconda stranezza erano le panchine, diverse dal solito, più sottili, quasi evanescenti, sembravano le Smukke, quelle dell’IKEA in legno di balsa e cartone macinato, che quando piove scopri la differenza.

Ma non era la qualità delle panchine a non convincerlo, era il loro numero. Erano quattro la settimana prima e adesso erano due. Di questo Dario era sicuro, perchè un giorno si sedeva verso la banca e un altro verso la farmacia. Era un’abitudine che aveva preso dalla Severina, quella che teneva i corsi di feng shui alle Saline, quella che gli aveva fatto spostare tutti i mobili di casa. Adesso poteva sedersi solo verso la farmacia, che poi non era la sua preferita, perché quando gli misuravano la pressione taroccavano i dati, altrimenti andava in ansia.

Alle dieci del mattino c’era una sola persona in Comune che poteva spiegargli il mistero delle panchine scomparse: il Sindaco, il tasto 1 del cellulare. “Maurizio, sono Dario… non quel Dario lì, quell’altro… no, non c’entra niente Butirron’, sono Dario del Circolo, quello della staccionata, ti ricordi?… Maurizio, perchè in piazza ci sono solo due panchine?… no, in piazza Roma, che c’entra la catenella lì al Circolo… sì l’ha catenella l’hanno rimessa, ma fa schifo, è di plastica… sì, lo so, hai problemi di bilancio, ma io parlavo delle due panchine in piazza Roma, quelle ce l’avevamo già… sì, erano quattro… certo che sono sicuro, ne mancano due… che fai?… controlli?… ma scusa, fai il Sindaco e non sai quante panchine abbiamo in piazza Roma?… ma lavori lì sopra!… come?… sì, lo so che c’è il problema dei barboni che dormono sulle panchine, ma quella è piazza Roma!… che fai?… controlli se le stanno riqualificando?… sì… vabbè Maurizio, sì fammi sapere… sì vabbè, ciao… come?…sì,  baciami ancora anche a te…”

Il Sindaco non gliela raccontava giusta e Dario non era il tipo da mollare facilmente. E poi c’era la catenella del Circolo che faceva veramente schifo e Padre Pio che lo aspettava a casa, con quello sguardo incazzato. E la manovra e gli altri pensionati, che fine avevano fatto?… basta, deve aver detto Dario, adesso mi sentiranno. Il tasto 2 del cellulare era riservato alla stampa. C’era sempre una macchina fuori posto o una fioriera rotta da segnalare, adesso l’avrebbe usato per ritrovare le sue panchine e i suoi colleghi. Avrebbe convocato subito una conferenza stampa da Canestrari, poteva ancora permettersi un buffet con due fette di lonzino e un bicchiere di Lacrima per i giornalisti. Avrebbe riavuto le sue cose Dario, e anche un paio di fioriere nuove per la piazza, il Comune doveva trovare i fondi per accontentarlo.

Il resto della storia lo sappiamo, Dario ha riunito i giornalisti in una conferenza stampa e, soprattutto, ha comprato le pile per spegnere il televisore e tornare a presidiare la sua piazza. Oggi è domenica e lo trovate lì sulla panchina. Dal lato della farmacia, perché il lato della banca ancora non c’è.

di La Piaga di Velluto

La Piaga di Velluto
Pubblicato Domenica 11 dicembre, 2011 
alle ore 11:05
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Commenti
Ci sono 5 commenti
PetitePlaie 2011-12-11 12:12:03
Ahaha articolo fantastico!
Franco Giannini 2011-12-11 14:28:30
I Privilegi dei Pensionati
Grande il Piaga... come del resto sempre!!! e quando scopriranno che a noi anziani (meno che a uno!!)quello serve solo P.. P.... ? Zac... taglio dei pannoloni e ... solo cateteri,...? finchè si dura !!!
Marcello Liverani 2011-12-11 22:26:31
Che pena...
Mangialardi VERGOGNATI! Stai massacrando Senigallia peggio dell'Angeloni!!!
peppedepelo 2011-12-12 20:38:40
al peggio non c'è mai fine
se non vi ricordate MANGIALARDI era il delfino della sindachessa ANGELONI.....La scuola ANGELONI è stata esemplare....e da quel connubio nacque MANGELONONI MANGELON !!!!!!!!Le panchine possono abbellire qualche giardino privato;potrebbero rapparire sotto l'albero di natale oppure ....
*_* *_*
peppedepelo 2011-12-12 20:43:51
me sò scordato
Mi ero scordato che ai tempi della scuola sparirono i travi del ponte in C.A.( che una nota ditta stava eseguendo i lavori)quindi ci facciamo scandalizzare per le panchine??????????? L'avrann purtat'via i pompieri cò el squizzeton!!!!!!!!!!!
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