Una sera c’incontrammo…
Un racconto di Roberto Marconi
…per fatal combinazion…” Non so perché mi torna in mente, senza tregua, questo vecchio ritornello che giustamente nessuno canta più, qui, in questo ristorantino sul mare, riarredato e in nuova gestione.
Lei è placida, davanti a me, e mi sta sottoponendo, con elegante puntiglio, al centomillesimo esame di romanticismo: ci siamo conosciuti, ci siamo amati, ci siamo sposati e ci siamo perfino sopportati…chissà se per il decennale di matrimonio si può mandare in crociera “a prezzi speciali” il romanticismo anziché la coppia…ma non credo! Del resto ho già i biglietti in tasca e lei sta aspettando “la sorpresa obbligatoria” da almeno due ore… da quando ci siamo mossi per tornare in questo posto (all’epoca completamente diverso) dove ci promettemmo sconsideratamente “l’amore eterno”.
Il tempo svela i suoi segreti e ora so che non fu una “fatal combinazion”…la conobbi in discoteca: era quella meno appariscente del gruppo…la più sobriamente elegante, la più spaesata nel temporale di luci e di suoni che sembravano non aver niente a che fare con lei…e con me.
Era la seconda volta che ci andavo “…ed anche l’ultima” pensavo, tentando di giustificare con me stesso la nuova scivolata di gusto nella scelta.
Le si era sbaffato il rossetto sul viso a causa di qualche sgomitata in pista, ma nessuna delle sue amiche lo aveva notato…praticamente era invisibile ai loro occhi e alle loro orecchie tutte tese a cogliere, tutto intorno, segnali di attenzione maschile nei loro confronti e sembrava smarrita, abbandonata ed esposta al pubblico ludibrio.
Mi ero avvicinato “lateralmente” per non sembrare aggressivo e forse perché questo è il mio modo di agire quindi, piuttosto che farle semplicemente notare la cosa e metterla certamente ancora più profondamente in imbarazzo, pensai di fingere di urtarla leggermente addebitandomi la responsabilità del piccolo incidente “estetico”.
-Hops..scusa…ti ho tolto il rossetto dalle labbra…-
-Ma no…non credo…ah, sì, grazie-
Poi notai, sul retro dello specchietto che aveva estratto per controllarsi, la griffe di un negozio il cui titolare è mio amico… glielo dissi, poi lei mi disse, e io gli raccontai…e lei mi raccontò e io mi confidai…e lei si confidò…e io la amai…e lei mi amò.
Nel conoscersi due persone pensano ad un sentimento nascente dal “Fato” eppure tante cose sono già successe tra di loro: quante strade li hanno trovati a passeggiare inconsapevolmente fianco a fianco, quanti uffici o negozi li hanno visti toccarsi e non sentirsi, quante porte girevoli di banche li hanno fatti incrociare nello sguardo subito volto altrove?
Seppi alla fine che lei mi aveva visto altre volte e tempo prima proprio in quella discoteca: ci era tornata apposta sperando di incontrarmi di nuovo…aveva cambiato anche il giro delle frequentazioni per assecondare questa speranza…
Ora ho la prova che un evento improvviso ed imprevedibile è in realtà la risultante di cento episodi per lo più casuali, ma convergenti.
Tutte le volte che lei raccontava ai comuni amici di come ci eravamo conosciuti, mi sembrava poi di rileggere il romanzo sempre nuovo ma sempre claustrofobicamente uguale del “Destino” che unisce per sempre due vite altrimenti inesorabilmente parallele.
Io comunque avevo la sensazione che lei saltasse sempre il primo decisivo capitolo: quello in cui due persone fanno fin dalla adolescenza gli stessi sogni, che poi si confondono al risveglio, perché due persone guardano gli stessi films che baciano quei sogni, ascoltano le stesse canzoni che cullano quei sogni, leggono gli stessi romanzi che raccontano quei sogni, ma non conoscono la vita che comincia al risveglio.
Ci siamo allenati con entusiasmo e ci siamo riempiti di adrenalina sentimentale per correre a perdifiato incontro al nostro destino amoroso, ma invece che i 100 metri ad ostacoli ci ritroviamo a compiere la maratona: perciò qui, mentre la bacio con la promessa mantenuta di una crociera che festeggi il nostro incomprimibile ed interminabile amore, so che il libro degli eventi è sempre aperto a metà e la storia del mondo ha già scritto il nostro finale. Se saremo tenaci, SE saremo tenaci, ci sarà il premio per tutta la fatica di questo amore: stramazzeremo morti al suolo annunciando la vittoria di Maratona al Re del Destino.
di Roberto Marconi

























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