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Venerdi’ 8 ottobre parte Ancona Jazz

Al Ridotto delle Muse Franco Cerri Quartet


clicca per ingrandireDal Ridotto del Teatro delle Muse, dove si era chiuso a luglio il Summer Festival, venerdì 8 ottobre alle 20.30, parte la rassegna Ancona Jazz con un ospite graditissimo e popolarissimo per qualità musicali, Franco Cerri. Numero uno della chitarra in Italia e tra i maggiori chitarristi al mondo del jazz classico, Franco Cerri suonerà con partner più che collaudati: Augusto Mancinelli alla chitarra, Massimo Manzi alla batteria, Paolo Ghetti al contrabbasso. Musicisti che, oltre ad essere allievi di Franco Cerri, condividono con il maestro un raffinato universo musicale.
Franco Cerri nasce a Milano nel gennaio del 1926. Compie gli studi musicali da autodidatta, prima al contrabbasso e poi alla chitarra. Nel 1945 esordisce accanto a Gorni Kramer e al Quartetto Cetra, che lo inseriscono in orchestra e piccoli gruppi. Ma già alcuni anni dopo si trova a collaborare con Toots Thielemans, Django Reinhardt e Stephane Grappelli (1949, due settimane all’Astoria di Milano), Flavio Ambrosetti e numerosi italiani. La sua carriera è partita; se lo contendono un po’ tutti gli americani di passaggio in Italia (Lucky Thompson, Gerry Mulligan, Bud Shank, Percy Heath, Chet Baker, Buddy Colette, Claude Williamson) e forma diversi complessi, soprattutto con Renato Sellani, Hugo Heredia, Tullio De Piscopo, Enrico Intra, Nicola Arigliano, le cui collaborazioni arrivano ai giorni nostri. Negli anni ’60 conduce diverse trasmissioni televisive di successo, da "Chitarra, amore mio" con Mario Gangi (1965) a "Fine serata da Franco Cerri" (1970), e poi "Il jazz in Italia", "Il jazz in Europa" per finire con "Di jazz in jazz" (1978), dove ha ampio modo di confrontarsi con tante stelle del jazz d’oltreoceano. Di recente si sta ristampando la sua copiosa discografia da leader.Figura pressoché unica In Italia fino agli anni ’70, Franco Cerri viene influenzato inizialmente da Django e Barney Kessell, per poi approdare allo stile asciutto, armonicamente avanzato, di René Thomas, suo chitarrista preferito. Ma ben presto elabora un proprio stile personale, fatto di ricerche espressive raffinatissime ed eleganti, legate sempre a un gusto e a una cultura assai profondi nell’ambito della musica afroamericana. La posizione dello strumento,il modo di utilizzare il plettro, la splendida sonorità, sono elementi di riferimento assoluti per qualsiasi chitarrista jazz, anche tra i più moderni. Dotato di impareggiabile senso melodico, è allo stesso tempo puntuale sostegno di qualsiasi solista, soprattutto cantanti, a riprova di una sensibilità e una presenza rare.
dall’Ufficio Stampa del Teatro delle Muse

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Mercoledì 6 ottobre, 2004 
alle ore 10:17
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