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Era una notte….(1)

Di Roberto Marconi

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Era una notte buia e tempestosa di fine ottobre e Alfredo solcava, con la sua Audi A4 nera, gli scrosci di pioggia e di temporale che improvvisamente avevano squassato la sua serena esistenza.
-Maria…la mia Maria mi tradisce: non ci possono essere dubbi… e con il mio migliore amico poi…Paolo… bastardo! Ma ora so dove scovarvi, vigliacchi…so e voi non sapete che io so…vedrete che sorpresa vi faccio!-
Mentre già immaginava la scena, il tergicristallo frustava via dal parabrezza la pioggia insistente con la stessa meccanica ossessione con la quale egli, in un gesto simile all’asciugarsi della fronte, cercava di scacciar fuori dalla testa il pensiero insopportabilmente acuminato di cosa in quel momento i due imputati amanti fossero in procinto di fare insieme , mentre l’unica certezza indiscutibile era che l’un gesto e l’altro non produceva alcuni reale giovamento nella visione della strada e della realtà.Era avvenuto tutto in poco tempo: una bugia, la prima che lui ricordasse, dettagli da Maria riguardo alla consueta partita di burraco del lunedì sera, che però quella sera non doveva svolgersi . Lui lo aveva appreso leggendole di nascosto un sms della presidentessa sul telefonino che era stato lasciato acceso e senza blocco.Era stato indiscreto,forse, ma ne aveva ben d’onde! Il giorno prima, da lontano, aveva notato Paolo intrattenersi parecchi minuti a parlare con Maria davanti alla chiesa, dopo la funzione, mentre lui si attardava all’edicola per acquistare una ristampa di giornalino e una rivista: nulla di male, forse, se non fosse stato che per tutta la domenica lei non aveva fatto cenno di questo incontro eppure Paolo era il suo migliore amico…lei lo sapeva! Poi c’era stato quel libro…"patologia di un amore" che Alfredo sapeva essere di Paolo, perché lo aveva visto all’ultima visita di controllo sulla scrivania del suo studio di psicologo e proprio quella mattina l’inconfondibile copertina gialla e grigia gli era apparsa, per un attimo folgorante, da dentro la borsetta di Maria mentre lei si recava al lavoro ed in soprannumero aveva registrato quelle chiamate da "utente privato" nella memoria del telefono di casa…suvvia, era palese che un utente che non ha niente da nascondere deve rendersi pubblico e non privato! Stava correndo,stava correndo troppo per forza e non per necessità: l’appuntamento che aveva sentito bisbigliare appoggiando un bicchiere rovesciato alla parete della camera da letto durante la telefonata all’ora di cena, era chiaro: "alle 10, sotto il ponte della ferrovia…"ce n’era uno solo, di lì a due chilometri…non poteva sbagliare… ed erano solo le 9 e 40.Anche la sua mente intanto correva troppo, ma all’indietro: e affidava alla vecchia Smith & Wesson sul sedile accanto, a quel mai denunciato furto adolescenziale nell’armeria del paese, il ruolo di strumento di vendetta e di giustizia estrema, in un inverso, totale "fuori tempo massimo" rispetto al suo prevedibile malfunzionamento e al mondo da "Ancient regime" che doveva rappresentare.Accompagnato dalla minaccia di un lampo giù in fondo al cielo più scuro e dal rombo cattivo del motore in folle, Alfredo si arrestò cento metri prima del ponte di ferro che gli era apparso all’improvviso come un grigio spettro: forse una esitazione o forse un respiro profondo, un attimo prima di sapere cosa ne sarebbe stato di sé…di lei…di loro…
I minuti passavano lenti, ma inesorabili nell’istinto di vendetta, di possesso e di violenza sul piano inclinato del loro destino quando i suoi occhi si volsero allo specchietto retrovisore.
-Ehi ma chi è lei e che ci fa nella mia macchina…eppoi così conciato… ma che è già Carnevale?-
-Carnevale?Macchina?Corpo di mille bisonti! Ma che diamine sta dicendo e chi invece è lei con quel buffo scalpo rifatto sulla testa!-
-Sono Tex- disse Alfredo quasi come fosse in ipnosi- Tex Willer, non mi riconosci Kit?-
-Ah Satanasso! Ti sei divertito a camuffarti da damerino allora!Cosa sta succedendo in questo trabiccolo di carrozza?-
-Devo affrontare in duello un rivale in amore…uno di noi due è di troppo su questa valle di lacrime-
-Non vorrei essere nei panni del morto,cioè del tuo rivale, intendo…
…ma sei sicuro che stai facendo la cosa giusta? Non ricordi più la tua squaw Pelle di Luna?-
Pelle di Luna…il suo primo amore e anche, sinceramente, l’ultimo; si chiamava Chiara e aveva in effetti una pelle candida come la Luna:una ragazza che lo amò e gli diede un figlio, ma poi morì sfregiata di sangue sull’asfalto maledetto di un giorno senza sole, per colpa di un predone della strada ladro di vite altrui e rimasto senza nome.
-Non me la porterà via, questo vigliacco ladro di amore non la passerà liscia, stavolta!-
-Il tuo cuore ulula di dolore come un coyote in agosto, ma lo sai bene che non è questo il modo: né per te né per il coyote. I tuoi passi seguiranno sentieri di ombra e i tuoi occhi cercheranno quelli del serpente a sonagli che ucciderai o che ti ucciderà, ma il tuo spirito non sarà mai libero. Tu insegui un cavallo che pensi tuo, ma se è tuo tornerà da te, mentre se non tornerà sarà perché tuo non è mai stato veramente-
-Sacripante! Che Mephisto sia dannato e tu con lui. Hai uno sguardo squarciato nel mezzo come il Gran Canyon ma la saggezza del più anziano capotribù Navaho… hai ragione, più di un uomo con la pistola che incontra un altro uomo che è un "pistola" .
Ho una sputafuoco di troppo e anche una donna di troppo, questo dico-
-Oh, vecchia carcassa, ora sì che ti riconosco! Andiamo in quel saloon là in fondo che ti offro una pinta di birra e magari anche una bella bistecca alta due dita con una montagna di patatine fritte intorno!-
Un uomo grassoccio di mezza età, con i capelli posticci e i pollici intorno alla cintola, si avvia verso un fast food avanzando rigido, con le gambe arcuate e un buffo cappello da cow boy in testa: quello che suo figlio aveva dimenticato sul sedile posteriore e che ora scopre la ristampa di un numero degli anni ‘70 di TEX: trenta anni a collezionare il passato e ancora tutta una vita per collezionare il futuro.
di Roberto Marconi

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 27 agosto, 2004 
alle ore 15:27
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