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Il Gabibbo all’arrembaggio del porto

Il caso dei pescherecci fermi da 20 anni: aerei militari per portarli in mare

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Il Gabibbo approda a Senigallia.E’ la terza volta in poco tempo che "Striscia la notizia" arriva dalle nostre parti.E questa volta si occupa di una vicenda che risale a vent’anni fa.Quella dei cinque pescherecci destinati al Senegal e che invece sono rimasti all’interno del Navalmeccanico, un cantiere ormai in disuso e finito in un braccio di ferro legale tra la proprietà e il ministero degli Esteri.Il Gabibbo e il suo staff sono arrivati di mattina presto: hanno saltato la recinzione della struttura e hanno filmato quello che da quattro lustri i senigalliesi hanno sotto gli occhi giorno dopo giorno.Cinque imbarcazioni in balìa del tempo e del degrado, quasi in grado di salpare i mari se solo gliene fosse data l’opportunità.Costruite in nome della cooperazione e degli aiuti al Terzo mondo e finite in una querelle giudiziaria.Anche il sindaco di senigallia negli anni Novanta, ebbe modo di occuparsi da parlamentare di questa vicenda complicatissima, entrata nella partita della cooperazione allo sviluppo che subì forti rallentamenti nell’ambito di Tangentopoli.Nel 2001 il caso riapprodò agli onori della cronaca con una interrogazione del consigliere diessino Silvano Paradisi, il quale chiedeva a Luana Angeloni lo stato attuale delle cose, per sollecitare la fine dei lavori dei pescherecci rimasti irrimediabilmente fermi."Credo che sia importante – scriveva Paradisi – che queste imbarcazioni giungano a destinazione come era previsto".Il caso Navalmeccanico, dunque, è un continuo scoppiettare: carboni ardenti che anno dopo anno rinfocolano la polemica e che stavolta hanno attirato l’attenzione di "Striscia la notizia" che ha ripreso la staticità della situazione, in attesa che la vicenda torni un’altra volta in Parlamento, sollecitata questa volta dai deputati di Alleanza nazionale, come hanno preannunciato il consigliere regionale Carlo Ciccioli e il rappresentante provinciale e comunale Massimo Bello.Ma a parte la conclusione dei lavori, sui quali una vertenza con il ministero degli Esteri pare abbia dato ragione alla ditta del Navalmeccanico, c’è un nodo importante che ancora nessuno ha sciolto e riguarda la futura realizzazione del nuovo Porto di Senigallia.Il progetto realizzato dal Comune, e che in queste settimane è partito con i primi passi per la costruzione dell’avamporto, prevede il trasferimento proprio di quel cantiere e il conseguente spostamento dei pescherecci.Un’operazione immane che potrebbe anche richiedere l’intervento dell’esercito: perchè le cinque imbarcazioni, pesantissime, non possono essere varate a causa dei fondali bassissimi della darsena.Una soluzione, per liberare le imbarcazioni, il Comune l’ha trovata con l’utilizzo appunto di velivoli militari che, dopo avere imbracato i pescherecci, li solleverebbe fino a trasportarli in mare aperto.Il vero dilemma, dunque, è proprio questo. Non tanto il passato, quanto il futuro dei pescherecci e la loro prossima destinazione.Verranno consegnati ai pescatori senegalesi, che li attendono da così tanto tempo, oppure saranno riconvertiti per realizzare qualcosa di concreto tra gli operatori di Senigallia?Forse il Gabibbo scioglierà anche questo dubbio.D’altronde negli anni scorsi si mobilitò per l’antenna di Scapezzano e oggi l’impianto è stato delocalizzato.Potrebbe portare fortuna alle navi fantasma: meno bene è andato il blitz a Castelleone di Suasa.Il Palasport incompiuto, nonostante la denuncia, è rimasto sempre uno scheletro di cemento.
di M. Teresa Bianciardi

Pubblicato Mercoledì 5 novembre, 2003 
alle ore 11:07
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