Rivolta per i canoni alle stelle: i bagnini “marciano” su Roma
La protesta, partita da Senigallia, è esplosa a livello nazionale
Al passo dello slogan "la sabbia non è oro" la Fiba Confesercenti marcia su Roma per dire no agli aumenti dei canoni demaniali inseriti dal governo Berlusconi nella legge finanziaria in discussione questi giorni in Parlamento.Una protesta ha certamente carattere nazionale ma che è nata proprio su input degli operatori balneari della Spiaggia di Velluto.I bagnini non vogliono "l’aumento del 300 per cento di canoni demaniali, una manovra finanziaria priva di sostegni al turismo, il pagamento dell’Ici sugli immobili della Stato e l’aliquota Iva del 20% sui servizi di spiaggia".Questa mattina un pullmann porterà i manifestanti senigalliesi in piazza Santissimi Apostoli di Roma.Quello sarà il punto di raccolta per i colleghi di altre cittadine rivierasche che sfileranno per le vie della capitale spiegando il loro dissenso.Senigallia, come molte altre cittadine marchigiane della costa adriatica, sulla base di questi aumenti previsti potrebbe soffrirne maggiormente rispetto a località della Versilia, del Lazio o liguri dove esiste un turismo differente e gli stabilimenti sono concepiti in maniera totalmente diversa.In una simulazione al categoria ha calcolato che per una concessione di 5000 metri quadri la tariffa passerebbe dai 0,72 euro a metro quadrato per un totale di 3.615 euro dell’anno 2003 ai 2,89 euro per metro quadrato per un totale di 14.461 euro.Tutto ciò porterebbe un aumento del 45 per cento del prezzo del servizio facendo uscire dal mercato gli stabilimenti.In pratica un ombrellone con due lettini non costerebbe più di 14 euro per un giorno ma 20 euro.A supportare l’azione della Confesercenti anche l’assessore regionale al turismo Lidio Rocchi, che ieri ha presentato alla maggioranza che sostiene la giunta D’Ambrosio un ordine del giorno finalizzato ad impegnare un governo regionale ad intervenire nei confronti di Parlamento e Governo per fermare il provvedimento.Lidio Rocchi, che vedrà votare il suo documento in consiglio regionale giovedì 6 novembre, chiede la promessa a far sì che i fondi provenienti dai canoni demaniali siano trasferiti alle regioni e ai comuni."Aumentere le quote dei beni pubblici – afferma l’assessore Rocchi – è una decisione assurda che non può fare altro che danneggiare gli stabilimenti balneari che assieme a tutte le altre attività turistiche devono essere parificate alle piccole e medie imprese.I ministri del governo Berlusconi parlano del turismo come risorsa e poi non si preoccupano di inserire dei capitoli a favore di questo settore.I soldi che stanno giungendo alla Regione sono dell’ultima finanziaria del precedente esecutivo".Un provvedimento che ha del "drammatico" per il segrtario provinciale della Confesercenti Paolo Luzi Crivellini."I numeri non mentono e se le cose dovessero rimanere su questo piano le nostre imprese rischiano di morire. Per questo motivo, in attesa che gli emendamenti della Federazione Italiana delle Imprese Balneari vengano presi in considerazione, abbiamo deciso di andare a Roma per dire la nostra pubblicamente.L’appello è rivolto a tutto il comparto del turismo e anche all’indotto.Soffocare le imprese balneari significa di fatto mettere nei guai anche le aziende che lavorano grazie al turismo".
di Marcello Pagliari


























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