«A oltre tre anni nulla si è mosso per quanto riguarda la restituzione di una sede idonea al liceo classico, le cui classi sono alloggiate in un prefabbricato. La scelta della sede definitiva è a questo punto improcrastinabile». Questo il parere del consiglio d’istituto che insieme ai genitori all’unanimità ha approvato un documento nel quale si chiede alla Provincia di assumere con urgenza una soluzione immediatamente praticabile. «Quella in precedenza scelta, e cioè la ristrutturazione della vecchia sede di via Portici Ercolani, è di dubbia fattibilità» sostiene il Consiglio. «E qualora fosse tecnicamente possibile, i tempi si prospetterebbero molto lunghi e i costi molto elevati. Inoltre quella soluzione non risolverebbe il problema del maggior spazio oggi necessario». Quindi piuttosto che insistere sul palazzo Gherardi il Consiglio di istituto chiede alla Provincia di ristrutturare e destinare al Classico la vecchia sede dell’Itc «Corinaldesi» di via Rossini, «soluzione a suo tempo non disponibile e, pertanto, non presa in esame, ma che ora risulta possibile. La scelta del vecchio ‘Corinaldesi’ non può che essere soggetta a precise condizioni da soddisfare con i fondi preventivati per Palazzo Gherardi.Sono: ristrutturazione e bonifica interna dell’edificio sulla base delle esigenze della scuola subentrante; verifica della disposizione degli spazi: manutenzione straordinaria esterna ed interna, a cominciare dalla copertura e dal controllo ed eventuale rifacimento di tutti gli impianti; sostituzione degli infissi e di tutte le parti deteriorate; presenza e funzionalità di aule speciali e laboratori attrezzati, ivi compresa la palestra; salvaguardia di tutta l’area scoperta; rispetto di tutte le norme di sicurezza previste dalla legge». Chi invece sembra non demordere dopo il dietrofront della Provincia su Palazzo Gherardi sono i consiglieri di An Ennio Mencarelli e Massimo Bello che hanno chiesto la convocazione urgente della competente commissione consiliare «per discutere del futuro del progetto di ristrutturazione di palazzo Gherardi e per conoscere le ragioni del dietrofront della Provincia».