“Roma 1984-Senigallia 2025, quante cose sono cambiate…”
Ci scrive un lettore: "riflettiamo sul livello del confronto politico di allora e di quello attuale"

Roma, 13 giugno 1984. Oltre un milione e mezzo di persone si assiepano in Piazza san Giovanni, in occasione dei funerali di una delle più importanti figure politiche della Prima Repubblica Italiana, il segretario del Partito Comunista Enrico Berlinguer.
A far visita alla camera ardente, allestita presso la sede del Pci in via delle Botteghe Oscure, si reca anche Giorgio Almirante, ex funzionario del regime fascista durante la Repubblica di Salò, tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano, esponente di punta della nuova destra sociale italiana, acerrimo oppositore di Berlinguer, del suo Partito, e, in definitiva, della sua ideologia e visione del mondo.
In quel periodo, poi, i morti e le cicatrici provocate dagli “anni di piombo”, quando l’Italia era stata dilaniata da una vera e propria guerra civile strisciante, erano ancora freschi. Anzi freschissimi. La polarizzazione politica era senza dubbio più acuta di quanto non lo sia oggi. Eppure, Almirante, rendeva con sobrietà omaggio al suo più grande avversario politico.
Senigallia, 5 dicembre 2025. Circa 500 persone si riuniscono per l’incontro del Coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia. Corrado Canafoglia, Consigliere Regionale delle Marche eletto tra le fila del partito di cui sopra, prende la parola davanti a un nutrito pubblico composto (anche) da dirigenti e amministratori. Durante il suo discorso, uno dei suoi principali avversari politici, l’ex sindaco della città Maurizio Mangialardi, viene soprannominato “er pomata”, le forze politiche della coalizione di cui fa parte definite invece come “brigate” (termine che richiama, chiaramente, le uniche “Brigate” note nella storia italiana, quelle Rosse), e poi schernito e dileggiato perché “cerca probabilmente i suoi calzini…che non ce li ha mai”.
Il tutto, alla presenza del Presidente del Consiglio Comunale Massimo Bello, dell’eurodeputato Carlo Ciccioli, del Sindaco di Senigallia Massimo Olivetti e del Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. Figure istituzionali di primissimo piano, che oltre a rappresentare i cittadini che li hanno votati, rappresentano (o almeno, dovrebbero rappresentare) la comunità tutta.
Figure istituzionali che però, sentendo queste parole, ridono allegramente.
Senza rischiare di scadere nella sterile retorica del “si stava meglio quando si stava peggio”, mi limito, al netto del tifo da stadio per questo o quello schieramento, a riflettere sul livello del confronto politico nel 1984 e a paragonarlo con quello attuale. Per il resto, da cittadino interessato alla politica locale, non posso fare a meno di dispiacermi per l’episodio, che si commenta da solo per la sua assoluta tristezza. Povera Senigallia. Non lo meritavi.
Lettera firmata


























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