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24 registi raccontano Napoli in unico film al Gabbiano di Senigallia

La pellicola "Napoli 24" sarà proiettata mercoledì 12 dicembre nell'ambito della rassegna d'essai

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"Napoli 24", manifesto

Continua l’ appuntamento della rassegna “Mercoledì d’essai” 2012-2013 al cinema Gabbiano di Senigallia.
Come sempre saranno protagoniste le migliori proposte dei vari Festival tra cui Venezia, Cannes, Berlino, Locarno.
Mercoledì 12 dicembre 2012 sarà in programmazione nella sala 1 “Il film Napoli 24 – regista Giovanni Cioni spettacolo unico ore 21:15“.

TRAMA:

Ventiquattro registi con tre minuti a disposizione ciascuno raccontano la città di Napoli, tra arte e spazzatura, nostalgia e superstizione, miseria e nobiltà, d’animo e di condizione.
L’esperimento made in Indigo Film riunisce sullo stesso nastro il nome universalmente noto di Paolo Sorrentino, quello forse ancora meno noto ma molto apprezzato di Pietro Marcello e ventidue altri nomi e cognomi, la maggior parte dei quali alla prima prova o comunque alla prima occasione importante in veste di registi (qualcuno viene dalla fotografia, altri dal montaggio, c’è chi finora si è occupato del suono sui set altrui e chi era stato solo davanti alla macchina da presa e mai dietro). È la conferma di una grande volontà da parte dei creativi napoletani, giovanissimi e meno giovani, di voler dire qualcosa sulla propria città, magari abbandonata da anni ma difficilmente dimenticata.

Eppure, nonostante si tratti di un lavoro nato nel presente, volto a raccontare il presente e cresciuto presumibilmente nella più ampia libertà artistica e ideologica, l’impressione è quella di trovarsi di fronte ad un lungo lamento, intriso di nostalgia (addirittura per il periodo borbonico!) e povero di speranza. Pochi sono i frammenti che si segnalano per un lume micronarrativo, forse solo il racconto del centesimo compleanno di un arzillo ex calzolaio e l’accenno di rapporto tra madre e figlio nel finale che Sorrentino dedica alla principessa Luisa de Gregorio di San’Elia Cattaneo, ritratto che si aggiunge degnamente alla sua personale carrellata di personaggi incredibili.

Il montatore Giogiò Franchini infila le immagini della città, catturate da occhi diversi, senza soluzione di continuità, senza cioè che le indicazioni scritte dei titoli o delle attribuzioni interrompano il flusso: l’esperimento è la zuppa finale, il sapore che ne esce. E di certo il cinema, con il suo occhio meccanico e la sua anima sentimentale, non può mentire sullo stato della città; non avrebbe senso rimuovere o divagare.

Ma lasciarsi stupire, sì. Invece Napoli 24 assomiglia di più ad un‘inchiesta televisiva, ad una videosigla che tutto vuole (inquadrare) e nulla stringe.

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