“Ponte Garibaldi: il grande tema rimosso della campagna elettorale”
Mangialardi: "La verità è che non c’erano e non ci sono le condizioni per far partire l’opera"

Del ponte Garibaldi non se ne parla più. E non certo per colpa dei comitati o dei cittadini che hanno insistentemente chiesto di essere ascoltati, pur senza poter mai ottenere la benché minima interlocuzione con le istituzioni locali, né con il Comune né tantomeno con la Regione.
Da un certo punto di vista, meglio così! L’avvio del cantiere, più volte promesso da Olivetti e Acquaroli, che il 1 luglio 2023 avevano detto che sarebbe stato terminato entro l’Aprile del 2024, per fortuna non è all’orizzonte e non vedrà mai la luce perché il progetto sarà radicalmente modificato dalla nuova amministrazione regionale.
La verità è che, come avevo già detto, non c’erano e non ci sono le condizioni per far partire l’opera. Una promessa lanciata in fretta, senza basi concrete, che oggi si è dissolta nel nulla.
Non hanno nemmeno potuto installare un cartello o piazzare una ruspa farlocca, come invece stanno facendo in altre parti del territorio solo per propaganda.
Noi lo ribadiamo con forza: abbiamo bisogno di un ponte sicuro, sì, ma compatibile le quinte sceniche dei portici ercolani. Un’opera che rispetti l’urbanistica, la mobilità e il commercio del centro storico.
Le vere priorità sono altre:
• realizzare rapidamente le vasche di espansione per la sicurezza idraulica,
• una viabilità cittadina ridisegnata con scelte moderne e sostenibili,
• investimenti utili, non spot elettorali.
Con Matteo Ricci presidente mi farò personalmente garante in Consiglio regionale del fatto che l’obbrobrioso ponte autostradale non si farà. Le infrastrutture per Senigallia non saranno più terreno di propaganda, ma progetti seri, condivisi e compatibili con il futuro della città.
da: Maurizio Mangialardi


























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