Voglio ringraziare di cuore le associazioni che hanno promosso la petizione e gli oltre 10 mila cittadini che hanno firmato per dire NO al pessimo progetto di nuovo Ponte Garibaldi.

Senigallia ha risposto in modo univoco, forte e inequivocabile a chi credeva di poter far passare come se nulla fosse una tale inutile bruttura.

Un esempio luminoso di partecipazione e voglia di esserci e contare, un caso unico nella nostra Regione per le dimensioni – veramente enormi – della mobilitazione.

Rispetto all’amministrazione comunale, il tema non è tanto la pur esecrabile assenza particolare (che non mi stupisce) all’appuntamento stabilito, quanto piuttosto il costante tentativo di scaricare su altri, di sviare l’attenzione provando a mettere l’accento su altri ponti cittadini, di non assumersi le proprie responsabilità che ha caratterizzato l’operato di Massimo Olivetti, il quale è parso più nella sua veste di avvocato che in quella di Sindaco.

La vicenda ha assunto peraltro e non da oggi tratti imbarazzanti e quasi comici. Alle tante interrogazioni che ho discusso in Consiglio regionale l’assessore Aguzzi ha sempre risposto che la decisione sul ponte era ed è in capo al Comune di Senigallia. Olivetti, dal canto suo, ha sempre indicato nel Commissario Acquaroli il responsabile dell’iter e del progetto. Un cortocircuito incredibile, un ponte che è già orfano prima che inizino i lavori: un ottimo motivo per sospenderli e per rinviare il tutto a dopo le elezioni regionali.

L’assenza di ieri è solo una logica conseguenza dell’atteggiamento pilatesco tenuto dall’amministrazione comunale in questi mesi e fotografa in modo icastico l’incapacità di questa Giunta di confrontarsi davvero con la città, di instaurare un dialogo con i senigalliesi che sono invece stati demonizzati, come se la raccolta firma fosse non un esercizio di democrazia ma una sorta di lesa maestà.

L’immagine della sedia vuota di Olivetti rappresenta anche la perfetta sintesi di questi 5 anni di ignavia che hanno caratterizzato una stagione politico-amministrativa fallimentare e disastrosa da tutti i punti di vista.