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Tragedia di Corinaldo: i Pm chiedono il massimo della pena per la Banda dello spray

Per i Pm l’assenza di qualunque cenno di pentimento motiverebbe la severità delle pene richieste.

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Vista dall'esterno della discoteca Lanterna Azzurra dopo la tragedia di sabato 8 dicembre

Nuovo capitolo giudiziario sulla tragedia della Lanterna Azzurra di Corinaldo che, nella notte a cavallo tra il 7 e l’8 dicembre 2018, costò la vita a 5 adolescenti e una mamma 39enne. Nel corso della quarta udienza del processo con rito abbreviato svoltasi presso il Tribunale ad Ancona nella mattinata del 25 giugno, i Pm hanno chiesto il massimo della pena per la Banda dello spray.

Sul banco degli imputati Ugo Di Puorto, ritenuto il capo del gruppo, Raffaele Mormone, Andrea Cavallari, Moez Akari, Souhaib Haddada e Badr Amouiyah.

Per Ugo Di Puorto e Raffaele Mormone i Pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai hanno chiesto 18 anni di reclusione, per Andrea Cavallari 17 anni 3 mesi e 10 giorni, per Moez Akari 16 anni e 10 mesi, per Souhaib Haddada 16 anni e 7 mesi e per Badr Amouiyah 16 anni e 1 mese. I giovani devono rispondere di pesanti accuse quali omicidio preterintenzionale, associazione a delinquere finalizzata a furti e rapine, lesioni personali anche gravi e singoli episodi di furti e rapine commessi in diversi locali notturni. Per loro sono scattate anche una serie di sanzioni pecuniarie che vanno dagli 8 ai 12mila euro.

Secondo quanto ricostruito dai Pm davanti al gup Paola Moscaroli, il gruppo aveva un preciso modus operandi: dopo aver scelto con cura locali ed eventi, una volta sul posto spruzzavano lo spray urticante nel momento in cui c’era maggiore confusione, per poi per rubare monili e preziosi che rivendevano.

I Pm, nel corso dell’udienza, hanno riferito alcune intercettazioni dalle quale emergerebbe che la banda, alla quale vengono attribuiti una cinquantina di colpi analoghi in tutta Italia, hanno proseguito a mettere a segno i loro furti anche dopo quanto accaduto alla Lanterna Azzurra: un comportamento che per i Pm evidenzia l’assenza di qualunque cenno di pentimento e  che motiva la severità delle pene richieste.

L’udienza è stata rinviata al 16 luglio quando ci sarà la requisitoria della difesa. Il 30 luglio sono previste eventuali repliche dei Pm e delle parti civili ed è attesa la sentenza.

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Giovedì 25 giugno, 2020 
alle ore 20:20
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