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Un “Progetto per San Gaudenzio”: Valori Geologici E Paleontologici

"La storia geologica del territorio senigalliese va inquadrata in un contesto di complessi stravolgimenti"

fossili rinvenuti alla cava di San Gaudenzio

Quasi nessuno sa, a Senigallia, che, attualmente, la gran parte dei resti fossili rinvenuti alla cava di San Gaudenzio, è conservata presso il Museo Paleontologico di Imola e secondariamente presso il Museo Geologico e Paleontologico di Bologna. In questo secondo intervento si parla di ciò che è venuto alla luce.

La storia geologica del territorio senigalliese e della cava di San Gaudenzio va inquadrata in un contesto di complessi stravolgimenti legati all’evoluzione della penisola Italiana e dell’intero bacino Mediterraneo negli ultimi 20 Milioni di anni.

Più in particolare, due sono stati gli eventi rilevanti, il primo e tuttora in atto è l’orogenesi appenninica, cioè il sollevamento della catena montuosa. In secondo luogo, la crisi di salinità del Mediterraneo, avvenuta ca. 5.8 milioni di anni fa, che è stata all’origine della formazione di estesi depositi di gesso (tra cui alcuni in territorio senigalliese, oltre alla cava di San Gaudenzio, in località Sant’Angelo e Scapezzano) e che ha portato un netto cambiamento della componente floro-faunistica di tutto il bacino Mediterraneo.

Da un punto di vista fossilifero l’area è nota sin dal 1800 per il contenuto in fossili di piante,. Di questa flora esiste una corposa collezione raccolta nei primi anni del 1800 dal senigalliese Vito Procaccini Ricci, rilevata ed ampliata dal geologo imolese Giuseppe Scarabelli.

La paleoflora di Senigallia rappresenta una documentazione molto importante per il Cenozoico europeo ed è caratterizzata da specie tipiche di ambienti umidi, come bambù, taxodiacee, papiri, ontani e pioppi, così come specie esotiche come il gingko, la magnolia e il Ficus. Abbastanza comuni anche specie più tipiche di aree rilevate come faggi, querce, sequoie, noci, ecc.; questa paleoflora fornisce indicazioni sul clima del passato (ca. 5.5 milioni di anni fa) in particolare indicherebbe un paleoclima di tipo subtropicale.

Per quanto riguarda la fauna, sono molto comuni resti di insetti, tra cui spiccano per abbondanza stadi larvali di libellule e molluschi bivalvi. Sono presenti due specie di anfibi e tre specie di uccelli (oggi estinti). Anche l’ittiofauna (pesci) è relativamente ricca, con resti appartenenti a specie tipiche di ambienti lagunari o costieri quali ghiozzi, acciughe, cheppie.

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