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Svolto l’incontro a Senigallia contro la violenza di genere

Riuscitissimo e partecipato l’appuntamento de La Città Futura “Per non morir d'amore”

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Riuscitissimo e partecipato l’appuntamento de La Città Futura “Per non morir d'amore”

Si è svolto al Centro Sociale Saline venerdì 6 maggio un interessante incontro organizzato da La Città Futura dedicato alle politiche di contrasto alla violenza sulle donne: “Per non morir d’amore”.
La Città Futura ribadisce la necessità, emersa anche dagli interventi del pubblico, di coinvolgere su questi temi la scuola, il servizio sanitario: occorrono investimenti, progetti e finanziamenti, insomma una reale politica che voglia davvero non limitarsi alle parole e allo sdegno, ma sia capace di proposte di cambiamento.

L’incontro è stata una riflessione sui tanti femminicidi che ogni anno si consumano nel nostro paese. Solitamente questo tema è affrontato sull’onda emotiva dell’emergenza, suscita emozione e sdegno, ma poi non si traduce in politiche reali ed efficaci.

Pina Massi nell’introduzione ha allargato la proposta dell’educazione sentimentale ad altri fenomeni che inquietano ogni giorno la nostra società: fenomeni di bullismo, violenza immotivata su barboni, ragazzi con handicap ed altre figure deboli: alla radice si può riconoscere un incompleto sviluppo emotivo del carnefice, un’incapacità a superare la sfera istintuale e puramente emotiva per arrivare a conoscere e differenziare i propri sentimenti, per diventare capace di empatia, di relazione con l’altro. Oltre la famiglia, tutti le istituzioni possono e devono fare.

Celeste Costantino, di SEL – Sinistra Italiana, è firmataria di un disegno di legge che propone di introdurre nelle scuole l’educazione sentimentale al fine di prevenire bullismo, violenza sulle donne, omofobia, varie forme di intolleranza e discriminazione. Costantino ha raccontato la sua esperienza che parte dalla conoscenza diretta dei centri antiviolenza sparsi in tutta Italia, dal confronto con operatori ed insegnanti e raccogliendo quanto affermato dalla Convenzione di Istanbul, approvata all’unanimità dal parlamento italiano ad inizio legislatura. Il suo intervento ha messo in risalto la necessità di investire in formazione attraverso una cultura di genere ma anche con un’educazione che metta i giovani in condizione di conoscere e di vivere con maggior consapevolezza i propri sentimenti e le relazioni che ne derivano.

Sulla stessa lunghezza d’onda si è mossa la proposta di Beatrice Brignone di Possibile, che è la prima firmataria di una proposta di legge che sulla violenza alle donne mira ad istituire una commissione bicamerale parlamentare. In mancanza di un Ministero per le Pari Opportunità, si propone di rafforzare la rete tra i centri antiviolenza, tutti gli operatori, sociali e sanitari, le forze dell’ordine per monitorare gli interventi, programmare politiche di prevenzione efficaci a medio e lungo termine.

Dagli stereotipi e dai pregiudizi è partita Orietta Savelli, psicologa di Senigallia, volontaria dell’Associazione “Dalla parte delle donne”, per meglio spiegare da dove nasce la violenza sulle donne. La rappresentazione di ciò che è maschile e femminile deriva sempre da categorie di pensiero consolidate nella cultura e nella società e che vedono la donna, madre e moglie, in ruoli subordinati di emotività e sensibilità ma anche di passività e dipendenza; l’uomo in ruoli di competenza ed autonomia ma anche di dominio e di potere. Gli stereotipi non permettono il cambiamento e tendono a riprodurre gli stessi meccanismi: nonostante ciò che si afferma essere ingiusto, si perpetuano comportamenti violenti ed intolleranti.

Significativo e molto applaudito anche il breve intervento videoregistrato sugli stereotipi di genere col quale Max Fanelli ha voluto contribuire all’incontro.

Infine, come già accennato, molto partecipato e interessante è stato il dibattito sviluppatosi col pubblico dopo gli interventi principali, con interventi, tra gli altri, degli assessori Carlo Girolametti e Simonetta Bucari.

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