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Viaggio tra i meandri dei Premi Cinematografici

De Sica,Fellini, Tornatore e gli altri

Statuetta Oscar

Giorni fa per combattere la noia in una triste notte calda e impregnata di fastidiosissime zanzare kamikaze, stimolata da un’oggetto di poco valore custodito polverosamente nella mia mensola dei premi e delle medaglie, fui colpita dalla strabiliante idea di solcare le onde dell’Oceano Google e navigare imperterrita tra le pagine e gli articoli dedicati ad un tema ben preciso : Premi Cinematografici.

Fui non del tutto inaspettatamente infradiciata dalle acque torbide e mucillaginose del Gossip, tra foto di Red Carpet calpestati dai tacchi a spillo di attricette e icone di Hollywood calzanti giacche di strass e tubini color petrolio bollati dal marchio aureo di qualche firma perennemente in voga, come gli intramontabili Dolce & Gabbana, il più lontano Christian Dior, o il loro collega d’oltre oceano Michael Kors.

Naturalmente oltre a queste, furono tante altre le firme, più europee a dirla tutta, che mi assalirono siglando foto di chiffon color cipria e borsette dalle dimensioni ineccepibili, tutto adornato da orge di selfie e strampalate accapigliature di qualche nuovo talento che deve obbligatoriamente far parlare di se.

Tutto sembrerebbe così normale, glamour e frizzante quanto basta per dare visualizzazioni all’articoletto e accrescere virtualmente la popolarità della sua scrittrice, ogni cosa disposta a suo modo per adempire alla propria funzione base, quella di essere condivisa sui social network, adornata a piacere del “facebooker” con cuoricini di minuscole dimensioni e urletti stilizzati, rappresentati da un minestrone di punteggiatura che per magia si trasforma in qualcosa di assolutamente antropomorfo ed espressivo.

La realtà non è però questa miei cari lettori, o forse lo è eccome ma non dovrebbe esserlo. La moda è sempre esistita e deve continuare a dominare la società e le sue subculture, ma deve obbligatoriamente invadere le vite degli uomini a braccetto con un’altra Titana dallo spessore incontestabile, la Cultura.

La cultura, è il pandispagna che sorregge l’intera Torta Nuziale, la Moda è la crema setosa e avvolgente che la rende bella ed appetitosa, ed il Gossip è il manto di meringhe e praline che deve essere presente obbligatoriamente in una giusta dose, poiché se eccede, lascia all’intero dolce un sapore stucchevole ed incredibilmente indigesto.

È da questo sposalizio imprescindibile che nascono i Festival Cinematografici, un connubio perfettamente equilibrato, una Via della Spiga fatta tanto di attraenti vetrine quanto di interni accoglienti e riforniti.

Regna sovrano fra tutti l’Oscar, o meglio Gli Academy Award, riconosciuto come il premio cinematografico più importante e antico al mondo, assegnato per la prima volta nel 1929.

Il nome della statuetta più famosa del pianeta, è dovuto ad un esclamazione di una delle maestranze impegnate nell’organizzazione della cerimonia, che scrutando con attenzione l’aureo omuncolo munito di spada esclamò a gran voce << assomiglia proprio a mio zio Oscar >>.

Leggenda o realtà? Ci piace optare per la seconda alternativa. Ciò che senza dubbio risponde a verità è una serie di aneddoti strabilianti composta dalla premiazione con l’Oscar alla Carriera per Charlie Chaplin nel 1972, che si ricorda per l’improvvisazione che il regista fece sul palco facendo brillare di nuova luce la mitica scena del ballo dei panini in La Febbre dell’Oro.

Al fianco di questa potremmo inserire il discorso di denuncia tenuto dalla giovane Squaw indiana contro l’ambiente Hollywoodiano, mandata alla cerimonia da Marlon Brando, dopo aver rinunciato alla statuetta, ed un più comico episodio che vede il nostrano Roberto Benigni passare sopra le teste del pubblico per andare a ricevere l’Oscar per La Vita è Bella.

Moltissimi furono gli Oscar vinti da Vittorio De Sica, ricordiamo quello per Sciù Scià, pellicola che esplora il tema della lotta per la sopravvivenza infantile nel complicato dopoguerra e Ladri di Biciclette definito dalla rivista Sight & Sound “ Il più grande film di tutti i tempi”.§

Tra gli altri italiani a vincere un Oscar ricordiamo Federico Fellini con molti dei suoi capolavori, Giuseppe Tornatore con Nuovo Cinema Paradiso, Gabriele Salvadores con Mediterraneo e Paolo Sorrentino con La Grande Bellezza.

Tra i festival cinematografici europei più importanti ricordiamo Il Festival Internazionale del Cinema di Berlino che vede assegnare l’ambitissimo Orso d’Oro, simbolo della città. Questo festival nasce nel 1951 ed il film d’apertura fu Rebecca. La prima moglie di Alfred Hitchcock, primo film Hollywoodiano del regista, definito dalla critica un giallo fiabesco, moderno ed inquietante.

Spostandoci non molto, incontriamo il Festival del film di Locarno, che costituisce senza dubbio la più importante manifestazione elvetica di questo genere. Il premio assegnato è il Pardo d’Oro. Una particolarità di questo Festival è l’uso della Piazza Grande della città come sala di proiezione, consentendo così la visione ad una platea di 8.000 spettatori.

Primo tra tutti per importanza è però il Festival di Cannes, che si svolge annualmente a Maggio per la durata di due settimane. Questa cerimonia nasce come risultato di una indignazione partorita dal ministro francese Jean Zay, nei riguardi dell’influenza che il governo Fascista e quello Nazista avevano ella selezione dei film per la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Quest’ultima manifestazione si svolge nel Palazzo del Cinema al Lido di Venezia ed è il Festival Cinematografico più antico al mondo subito dopo gli Oscar. La prima edizione si tenne infatti nel 1932.

Oggi, il premio principale che viene assegnato è il Leone d’Oro, che deve anche lui il nome al simbolo della città e porta questo nome dal 1954. Fino al 1942 il massimo riconoscimento della rassegna era la Coppa Mussolini che veniva assegnata doppiamente, sia per il miglior film italiano che per il suo corrispettivo straniero, ma a partire dal 1940 molti critici italiani e non iniziarono ad accusare il regime Fascista di assegnare la Coppa unicamente a pellicole prodotte da nazioni sue alleate, cosa che senza alcuna differenza avveniva in contemporanea negli Stani Uniti con gli Oscar. Stando ai documenti storici, la Coppa Mussolini fu vinta nove volte dal Regno d’Italia, cinque volte dalla Germania, una volta dal Regno Unito, dalla Francia e dagli Stati Uniti.

In Italia altrettanto ambiti sono il Nastro d’Argento, premio cinematografico assegnato dal 1946 dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani. Tale sindacato fu fondato nel medesimo anno da un gruppo di giornalisti di cinema tra cui Steno, regista e sceneggiator italiano che diresse strepitosi successo con Totò, Sordi, Fabrizi, Proietti e tanti altri mostri del grande schermo nostrano. Al fianco dei giornalisti sedevano grandi autori, tra cui l’incommensurabile Michelangelo Antonioni, padre di moltissimi indimenticabili capolavori tra cui la cosiddetta Trilogia Esistenziale.

È considerato, il sopracitato premio, uno fra i più affidabili e prestigiosi riconoscimenti italiani, assieme al David di Donatello, assegnato fin dalla metà degli anni’50. Tra le pietre miliari che vinsero il David di Donatello ricordiamo Speriamo che sia femmina del compianto Mario Monicelli.

Un racconto questo, quasi tutto al femminile, incentrato sulla contrapposizione tra l’elemento femminile e quello maschile che lascia però indubbiamente trasparire la manifesta simpatia e l’amore che il regista aveva nei confronti della donna.

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