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Afghanistan: mozione delle senatrici Amati (PD) e Contini (FLI) sulle donne

"Alla futura conferenza di Tokyo chiediamo miglioramenti nella vita pubblica e privata"

Salvaguardia dei diritti delle donne afghane

Svolgere un ruolo attivo alla Conferenza di Tokyo sull’Afghanistan, chiedendo che gli aiuti economici siano condizionati ad un impegno sull’affermazione dei diritti ed insistere perché le donne partecipino attivamente ai negoziati per la pacificazione.Sono due degli impegni contenuti nella mozione che le senatrici Silvana Amati (Pd) e Barbara Contini (Fli) hanno presentato, in vista dell’appuntamento giapponese dell’8 luglio, per impegnare il governo italiano ad assumere una posizione di prima linea per i diritti delle donne afgane, mozione che è stata sottoscritta da altre 20 senatrici del Pd, dell’Api e dei Radicali.

L’8 luglio – spiegano le senatrici nella mozione – si svolgerà a Tokyo la conferenza internazionale sullo sviluppo dell’Afghanistan che si occuperà di determinare gli aiuti economici per favorire la stabilità e la sicurezza del paese centro-asiatico quando, nel 2014, sarà completata la missione ISAF.

Tra gli impegni da richiamare in cima all’agenda politica sta certamente il riconoscimento e l’effettiva promozione dei diritti delle donne, della parità di genere e l’affermazione di una migliore condizione delle donne nella vita pubblica e privata.

E’ difficile pensare che, in assenza di vincoli agli aiuti e del sostegno alla società civile, le più recenti acquisizioni in fatto di diritti possano resistere contro i rigurgiti fondamentalisti, e, soprattutto, contro la volontà di pacificazione interna anche attraverso un negoziato con i talebani.

L’Italia ha adottato la risoluzione Onu n.1325 su ‘Donne, pace e sicurezza’, che implica un più diretto coinvolgimento del punta di vista femminile nella risoluzione dei conflitti internazionali, mentre l’importante legge contro la violenza alle donne (Evav), approvata in Afghanistan nel 2009, che ha visto il contributo italiano sia nella redazione che nella creazione di prime Gender Units presso le procure generali, sta incontrando difficoltà attuative.

Per questo chiediamo al governoconcludono le senatrici Amati e Contini nel documento – un impegno straordinario anche per sollecitare la destinazione di risorse ad azioni positive in favore dei diritti e delle opportunità e per dimostrare, fin dalla Conferenza di Tokyo, che i tagli ai fondi per la cooperazione e lo sviluppo non avranno riflessi negativi sull’impegno italiano in favore dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment femminile“.

Commenti
Solo un commento
O. Manni
Paul Manoni 2012-07-05 06:36:36
Ottimo! Apprezzo infinitamente l'impegno della Amati, e delle altre Senatrici di FLI, API e dei Radicali. Il rammarico vero semmai, lo si rileva nel fatto che la maggioranza dei firmatari di tale mozioni siano donne. Gli uomini. I politici maschietti insomma, dove sono?
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