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Il ritorno dei 99 Posse ha fatto tappa anche a Senigallia: ecco l’intervista

"Scateniamo tempeste ma preferiamo il sole" -Video-

99 Posse

I 99 Posse sono tornati e ricominciano a girare l’Italia a otto anni dalla loro ultima tounèe. Ecco l’intervista rilasciata a SenigalliaNotizie.it prima della loro tappa senigalliese al Mamamia Club.

 

Correva l’anno 1991 pubblicavate il vostro primo album ‘Live al Leoncavallo’; a distanza di più di vent’anni esce ‘Cattivi guaglioni’, nel mentre altri 7 dischi, una pausa sabbatica di quasi 6 anni, una riappacificazione e un numero incalcolabile di concerti nei centri sociali di tutt’Italia…Com’è cambiata la musica dei 99 Posse?

In realtà siamo sempre gli stessi; ci percepiamo sempre come un collettivo, ovvero un gruppo di persone che cercano di muoversi ad unisono verso una direzione per il bene comune e non solo del singolo; ci piace pensare nell’ottica sempre della moltiplicazione e mai della sottrazione. Il presupposto è identico a quello con cui abbiamo mosso i primi passi nel 91′: un collettivo che voleva mandare dei messaggi dove la musica, o il gruppo stesso era solo la punta dell’iceberg, una sorta di portavoce che veicolava il pensiero di molte più persone. Ecco, abbiamo ripreso da dove avevamo interrotto il discorso 99 Posse, con la stessa energia ma allo stesso tempo con un qualcosa in più, di nuovo, dato dall’età e dall’esperienza di tutti noi. Una seconda vita, ‘Cattivi guaglioni’ è il nostro primo disco della nostra nuova vita.

Siete stati testimoni di un ventennio musicale con l’ottica da ‘addetti ai lavori’…come è cambiato il panorama musicale in questi anni?

Sono cambiate tante cose, la nostra esperienza e per ‘nostra’ mi riferisco a quel panorama musicale che ha mosso i primi passi insieme a noi, in contesti analoghi come gli ‘Assalti frontali’, i ‘Sud Sound System’ e altri, hanno vissuto una sorta di ‘apertura di porte’ che fino a quel momento erano state chiuse; mi riferisco alla visibilità, ai canali che permettevano di veicolari determinati messaggi che hanno cambiato radicalmente la percezione della musica da parte dell’opinione pubblica. Le stesse ‘porte’ che oggi si stanno lentamente richiudendo; oggi per chi fa musica è molto difficile accedere ai network che rendono una band in qualche modo nazional popolare. Sono cambiati i canali, i supporti; rispetto vent’anni fa i musicisti di ultima generazione vivono nella concezione del  ‘tutto e subito’. Non esistono più i gruppi da garage, da scantinati, che provano, arrangiano scrivano anche anni prima di dare alla luce un disco: si decide tutto molto più a tavolino. In questo scenario musicale post-apocalittico l’unica vera grande soddisfazione e vedere come i mafiosi storici della musica stiano lentamente morendo, come le multinazionali grazie alla musica free si stiano sgonfiando non riuscendo più a vendere un disco. Sono comunque soddisfazioni. Confesso che per un brevissimo lasso di tempo anche noi siamo stati sotto una filiale della sony ma questo è accaduto solo perché la nostra precedente etichetta fallendo era stata incorporata dalle suddetta azienda. Ricordo quel periodo come uno dei più travagliati, dove si passavano ore e ore a cercare una mediazione con i rappresentati di queste società che cercano di imporci scelte a dir poco discutibili; fortuna durò poco questa fase di transizione.

Cosa ha causato la vostra lunga pausa sabbatica?

Nonostante la data ‘ufficiale’ risalga al 2005, di fatto i 99 Posse si può dire che già non esistevano più dal 2001. Quattro anni sabbatici…più altri quattro anni prima di decidere quasi per caso di riprendere da dove avevamo interrotto. Ai tempi avevamo visioni differenti su troppi aspetti, le distanze che ci separavano erano incolmabili ognuno voleva andare in una direzione…trovare un punto condiviso era utopico ai tempi e quindi si è preferito inseguire le nostre strade. Un ritorno alle origine per ognuno di noi…che, a conti fatti, è stata una tappa fondamentale del nostro percorso che ci ha portato oggi ancora una volta insieme. Nello specifico, ci siamo ritrovati nel 2009  in una stanza insieme ad altri musicisti per una raccolta di fondi; visto la causa comune, abbiamo deciso di presentarci come 99 Posse per cercare di richiamare più gente…il pubblico arrivato era sopra ogni più rosea aspettativa…abbiamo iniziato a suonare e ci siamo accorti che, nostro malgrado, eravamo tornati. Da lì, sull’onda emozionale abbiamo deciso di proseguire il nostro viaggio insieme.

Nel corso della vostra carriera vi hanno affibbiato etichette del tipo ‘socialmente pericolosi’ e via discorrendo…è il prezzo da pagare per il vostro impegno politico e sociale?

Un po’ mi fa sorridere anche se è un’immagine che oramai ci portiamo dietro nostro malgrado. E’ tutto iniziato quasi vent’anni fa…abbiamo mosso i primi passi nelle realtà dei centri sociali che da sempre venivano considerate delle fucine di sovversivi di estrema sinistra. Le questure di mezza Italia quando arrivavamo per un concerto venivano avvisate e messe in allarme con molto anticipo. Erano i periodi in cui la digos effettuava delle operazioni internazionali per cercare di monitorare il terrorismo…nonostante la lotta armata di fatto, fosse terminata quasi 10 anni prima. Era opinione comune che le persone che venivano ai nostri live fossero dei facinorosi… non sai quante volte nel corso della nostra carriera ci sono stati messi i bastoni tra le ruote..; palazzetti che avevano magari ospitato la sera prima finali nazionali di volley venivano guarda caso dichiarate inagibili il giorno seguente perché dovevano ospitare un nostro concerto. O ancora, piccoli Club, appena aperti venivano intimati dalla questura di annullare la nostra data se non volevano trovare rogne con i controlli….la soddisfazione più grande è che ogni volta che cercavano di fermarci, noi lo stesso concerto lo facevamo poco distante da lì. Magari all’aperto e con l’ingresso gratuito…il risultato? Il triplo del pubblico che avevamo previsto…e buonanotte ai bastoni tra le ruote. Ai nostri concerti, e ci tengo a sottolinearlo, solo vibrazioni positive. Il motto che meglio ci descrive l’ho visto una volta scritto con le bombolette spray sul muro di un piccolo centro sociale ‘ Scateniamo tempeste ma preferiamo il sole‘.

 

//www.youtube.com/watch?v=MVNgLcJ0PiY

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