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Cinema, alla Piccola Fenice di Senigallia una rassegna su Ingmar Bergman

Il primo appuntamento è il 3 gennaio 2012 con la proiezione de "Il settimo sigillo"

Comì di Cucina

"Il settimo sigillo"Il nuovo anno cinematografico alla Piccola Fenice di Senigallia si apre con un omaggio a Ingmar Bergman. Il mese di gennaio permetterà infatti di ammirare ogni martedì alcune delle più belle e significative pellicole della storia del cinema girate dal grande cineasta. La Stagione cinematografica 2011-12 promossa dal Comune di Senigallia, è curata dall’associazione Linea d’ombra. Inizio proiezioni alle 21.15. Ingresso con tessera.

La rassegna inizia il 3 gennaio con "Il settimo sigillo" (96’) e prosegue ogni martedì, il 10 gennaio con "Sussurri e grida" (91’), il 17 gennaio con "La fontana della vergine" (89’), il 24 gennaio con "Scene da un matrimonio" parte I e il 31 gennaio si conclude con "Scene da un matrimonio", parte II. Il film in programmazione il 3 gennaio, "Il settimo sigillo", uscì nel 1957 e fu presentato al Festival di Cannes, dove si aggiudicò il Premio Speciale della Giuria, ex aequo con "I dannati di Varsavia" di Andrzej Wajda.

È ormai identificato con l’immagine fortissima della partita a scacchi tra l’essere umano e la morte. Il protagonista Antonius è un cavaliere di ritorno dalle crociate in Terra Santa. Sulla spiaggia lo attende la Morte, ma il cavaliere decide di sfidarla a scacchi. La partita si svolge nel corso di vari incontri e il cavaliere, nel suo viaggio verso casa, ha la possibilità di maturare una coscienza della morte diversa da quella di prima, animata solo dalla paura. Quella paura, secondo Antonius, è infatti il segno di una sfiducia e di una mancanza di fede. Dove c’è fede, la Morte è infatti sconfitta.

Decisivo è l’incontro con una famiglia di saltimbanchi che sembra ignorare la disperazione apocalittica che regna intorno e che risponde restando unita, continuando ad amarsi e rispettarsi reciprocamente. Da quell’incontro, Antonius accetta di morire e durante una partita, facilita la Morte facendo volontariamente cadere i pezzi dalla scacchiera, che la Morte riposizionerà a suo favore. Il film, girato nella riserva naturale di Scania, è la trasposizione cinematografica di una pièce teatrale che Bergman aveva scritto per la sua compagnia di attori. Il titolo era "Pittura su legno" perché il film nasce dalla suggestione che alcune opere e alcune chiese ebbero sul Bergman bambino, nei suoi viaggi con il padre predicatore.

"La mia intenzioneracconta il regista in alcune pubblicazioni critiche su questo film – è sempre stata "dipingere" nello stesso modo del pittore di quella chiesa medievale, con lo stesso interesse obiettivo, con la stessa tenerezza e gioia. La risata degli esseri umani, il loro pianto, l’ululato della paura, i giochi, la sofferenza, il loro terrore della piaga, del giorno del Giudizio universale, della stella il cui nome è Assenzio. La nostra paura può essere di generi diversi, ma le parole per descriverla sono sempre le stesse…e i nostri quesiti universali permangono." La nostra domanda rimane.

da Circolo Cinema Linea d’Ombra – Senigallia

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