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Festa di primo maggio: l’Anmil richiama l’attenzione sugli incidenti sul lavoro

Dedicata a stranieri ed extracomunitari la Festa dei Lavoratori appena passata

impalcature, uno dei primi luoghi d’infortuniOgni giorno in Italia ci sono 2.500 incidenti nei luoghi di lavoro, 3 persone muoiono e 27 rimangono permanentemente invalide a causa della mancata prevenzione. Di queste vittime circa il 17% è rappresentato da lavoratori extracomunitari e stranieri che cercano nel Belpaese di riscattarsi da stenti e indigenze a volte inimmaginabili. Ed è proprio a loro che quest’anno i sindacati hanno voluto dedicare la Festa dei Lavoratori.

La tutela delle vittime e la prevenzione degli infortuni sono sempre state al centro delle battaglie dell’ANMIL. A sottolineare la costante attenzione dell’Associazione verso queste tematiche ci sono le numerose iniziative promosse negli ultimi anni che hanno coinvolto soggetti sempre differenti con l’obiettivo comune di sensibilizzare le istituzioni e i cittadini di tutte le età verso una maggiore consapevolezza dei rischi.

La prevenzione è un obiettivo da perseguire a 360° attraverso un vero e proprio cambiamento culturale – afferma il Presidente nazionale ANMIL Franco Bettoni, che il primo maggio sarà ospite al Quirinale per l’incontro con i nuovi Maestri del Lavoro – dove il lavoratore deve comprendere che nulla ha più valore della sua salute e deve essere consapevole dei rischi connaturati alla propria attività lavorativa, pretendendo che siano garantite tutte le misure necessarie per la propria sicurezza.

A sua volta, l’impresa deve credere nell’importanza degli investimenti in sicurezza, fare di questa un obiettivo da perseguire e non solo un onere a cui adempiere, per il miglioramento continuo delle condizioni di lavoro al suo interno”.

D’altronde, i dati relativi agli infortuni sul lavoro per il primo semestre 2009 diffusi dall’INAIL dimostrano che stiamo percorrendo la strada giusta e che una politica di attenzione ed un impegno comune possono portare a risultati significativi. Un calo del 10,6% degli incidenti totali e del 12,2% di quelli mortali sono percentuali che non possono che essere accolte in maniera positiva.

E’ vero che, tuttavia, la grave crisi economica e il calo produttivo nei vari comparti hanno influenzato fortemente i numeri di questo ultimo anno, ridimensionando così la straordinarietà del dato, ma è anche vero che questo trend positivo è ormai in atto da diverso tempo.

In ogni caso, non possiamo permetterci di abbassare la guardia su un fenomeno che provoca ancora tre morti al giorno. Non ci possiamo accontentare di un calo più o meno positivo e l’ANMIL, così come tutti gli altri attori coinvolti, ha il dovere di fare di più.

Il decreto legislativo 81 del 2008 e il successivo decreto correttivo del 2009 sono un ottimo punto di partenza per riorganizzare una materia così complessa e delicata come quella della sicurezza e della salute sul lavoro. Il Testo Unico, che ha tentato di unificare e riformare questa materia, rappresenta un’occasione preziosa, non solo per diminuire concretamente i rischi sui luoghi di lavoro, ma anche per fare di più nell’ambito della formazione, della prevenzione e della diffusione di una cultura della sicurezza.

Tutti devono arrivare a capire che un luogo di lavoro più sicuro è anche un luogo che produce di più e meglio. Proprio per questa ragione non basta l’intensificazione dei controlli e delle sanzioni, ma serve soprattutto una vera e propria campagna di sensibilizzazione diretta a tutti, in modo da radicare la cultura della prevenzione in ogni settore della società. E la Festa dei Lavoratori, con il suo significato storico e sociale, è un’occasione preziosa proprio per riflettere e cercare di agire.

L’ANMIL percorre già da anni questa strada, sperando che la cultura della prevenzione degli infortuni diventi presto patrimonio comune e condiviso. Solo così può trovare piena realizzazione il valore fondamentale della “reciprocità”, per cui tutti, istituzioni, datori di lavoro e lavoratori, sono chiamati a fare la propria parte, con coscienza e volontà, nella lotta contro l’insicurezza del lavoro.

Se da un lato è importante occuparsi della prevenzione e promuovere iniziative per diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro, dall’altro è fondamentale tutelare ed assistere coloro che subiscono un infortunio e rimangono permanentemente invalidi o contraggono una malattia professionale. Per loro, infatti, come per le vedove e gli orfani dei Caduti sul Lavoro, da oltre 60 anni l’ANMIL offre assistenza, consulenza e aiuto poiché a regolamentare i diritti di questa categoria è una legge iniqua e anacronistica quale il Testo Unico del 1965, normativa per la tutela delle vittime nata in condizioni lavorative completamente diverse da quelle attuali e che, per questo, risulta totalmente inadeguata e complicata dai continui interventi di modifica. E’ ormai tempo di ricostruire completamente questa legge affinché ci sia maggior coerenza e rispetto delle vittime del lavoro.

Forte della sua esperienza, l’ANMIL si impegna anche nella promozione di iniziative legislative tese a modificare le normative in vigore, con l’obiettivo fondamentale di migliorare le prestazioni assicurate dall’INAIL agli invalidi del lavoro e ai loro superstiti, dalle rendite, alle cure, alle prestazioni.

In questa giornata abbiamo dunque ribadito la ferma volontà dell’ANMIL a centrare tre obiettivi: il rifinanziamento delle attività dell’INAIL dirette al reinserimento lavorativo delle vittime del lavoro e l’avvio di un tavolo con il Governo per la definizione di modifiche alla legge n.68 del 1999 sul collocamento al lavoro dei disabili; il riconoscimento da parte dell’INAIL dell’attività di sostegno sociale con specifica attenzione ad un supporto psicologico sia in favore delle famiglie delle vittime sia per gli infortunati; il riconoscimento della rendita alle conviventi vedove e di un risarcimento ai genitori di un lavoratore giovane senza famiglia a carico.

Ma altri ancora sono i problemi per i quali bisognerà comunque battersi: la definitiva abolizione del divieto di cumulo, l’inadeguatezza della normativa sull’assistenza personale continuativa, il recupero nel sistema assicurativo dei fondi ed altre provvidenze, il ritorno all’originario 11% per la concessione della rendita.

dal Presidente Provinciale ANMIL Gioacchini Enzo

Associazione Nazionale Mutilati Invalidi del Lavoro
Pubblicato Lunedì 3 maggio, 2010 
alle ore 8:25
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Commenti
Solo un commento
N.N. 2010-05-03 12:00:36
N.N.
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