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Omicidio Guazzarotti, identificato il Dna delle tracce ematiche

"Sappiamo di chi e' il sangue"

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Le macchie di sangue prelevate sui vestiti sequestrati a Ivan Vukas contengono un Dna ben definito.Arriverà a giorni, se non ore, il risultato dell’accertamento biologico sugli indumenti sequestrati al croato quarantunenne il giorno del suo arresto e indiziato numero uno per l’omicidio del tassista Stefano Guazzarotti.Le analisi sono state eseguite dal dottor Adriano Tagliabracci per conto della procura.Il riscontro è stato invece ad opera del professor Franco Venanzi dell’Università di Camerino, nominato dalla difesa di Ivan Vukas sostenuta dagli avvocati Annalisa Marinelli e Manuel Piras.Naturalmente il risultato della perizia rimane segreto ma sembrerebbe che le macchie di sangue presenti sui vestiti del croato abbiano fornito sufficiente "materiale biologico" per un raffronto attendibile.Quel sangue conterrebbe un Dna preciso di una persona ben definita e quindi non lascerebbe spazio a dubbi.Quanto emergerà dall’accertamento eseguito dagli esperti potrebbe segnare una svolta importante per le indagini.Nell’ipotesi che il dna corrisponda a quello di Stefano Guazzarotti la posizione di Ivan Vukas diventerebbe ben più difficile di quella in cui si trova ora.Ma quel sangue potrebbe appartenere allo stesso croato o, addirittura, ad un terza persona. In quest’ultimo caso le indagini prenderebbero la direzione della versione, dichiarata in seconda battuta da Ivan Vukas, che vuole il croato vittima di un raggiro da parte di un uomo misterioso che lo avrebbe accompagnato alla stazione ferroviaria di Falconara (luogo dell’arresto) e che gli avrebbe dato in custodia la pistola.L’arma del delitto, una Tokarev calibro 7.62, al momento dell’arresto dell’ex miliziano croato a Falconara era celata da Ivan Vukas sotto il giaccone che aveva indosso e per di più contenuta in una fondina tutta particolare: un calzino.E proprio su quell’ indumento la difesa di Vukas ha avanzato richiesta di incidente probatorio per accertare se vi siano tracce biologiche diverse da quelle del croato.La finalità dei legali è quella di provare che l’arma e la fondina sono state maneggiate da un’altra persona.Si fa poi sempre più concreta la possibilità che Ivan Vukas venga sottoposto ad una perizia psichiatrica.Nella sentenza in cui gli è stata negata la libertà il giudice ha fatto capire chiaramente che dai racconti, e soprattutto dal modo in cui esponeva le sue questioni, emergerebbero problemi di tipo psicologico.L’uomo nel suo passato in Croazia avrebbe anche un ricovero in un ospedale psichiatrico dalle parti di Zara.È stata fissata infine la data per il tanto atteso quanto importante confronto all’americana. Martedì prossimo, 20 gennaio, la donna straniera che ha fornito l’identikit dell’ultimo cliente di Stefano Guazzarotti sarà chiamata a identificare la persona che avrebbe visto alla stazione di Senigallia la sera del 9 dicembre.Ivan Vukas sfilerà davanti alla donna, che sarà comunque nascosta, insieme ad altri "figuranti" più o meno simili per corporatura al croato e naturalmente alla persona da lei descritta appena un mese fa. Anche questo, insieme alla perizia biologica, potrebbe costituire un momento fondamentale per le indagini sul giallo di Senigallia.
di ma.p.

Pubblicato Mercoledì 14 gennaio, 2004 
alle ore 10:45
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