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Vukas resta rinchiuso in carcere

Per l'assassino di Guazzarotti il gip accoglie la richiesta del pubblico ministero

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Ivan Vukas resta in carcere.Motivo: sarebbe in grado di procurarsi altre armi, può fuggire e aveva con se una pistola quando è stato preso.Dopo la convalida dell’arresto per omicidio volontario e porto abusivo di armi, l’ex militare croato quarantunenne, ritenuto l’assassino del tassista Stefano Guazzarotti, resterà rinchiuso nel carcere di Monteacuto.Per il gip Francesca Grassi non ci sarebbero i presupposti perché Ivan Vukas possa uscire dalla cella.Oltre al grave indizio di colpevolezza, il croato aveva con se la Tokarev, esiste il pericolo che il croato possa fuggire.L’uomo è infatti domiciliato precariamente al centro di accoglienza Benincasa di Ancona. In sostanza non vi sarebbero state garanzie per gli arresti domiciliare.Atra particolarità il suo permesso di soggiorno sarebbe scaduto nell’aprile del 2004.Ma ciò che colpisce maggiormente nella decisione del gip è il pericolo di recidiva."Il giudice – spiega l’avvocato Annalisa Marinelli – si è riferita al fatto che il mio cliente potesse procurarsi altre armi, e non come si penserebbe perché potrebbe uccidere ancora.Del resto lui stesso ha ammesso che deteneva quell’arma per difesa personale, quindi il gip ha pensato che una volta uscito volesse "tutelarsi" alla stessa maniera".L’avvocato Marinelli non avrebbe stabilito la linea difensiva perché in attesa di acquisire ulteriori documentazioni.Il croato, ex combattente della guerra nei Balcani, nega di essere stato a Senigallia il 9 dicembre e addirittura non ci sarebbe mai stato.Questa dichiarazione non sarebbe veritiera.Gli investigatori non nascondono che Ivan Vukas sarebbe stato visto da alcuni testimoni nella nostra città. Inoltre l’identikit dell’ultimo cliente fornito il giorno dopo l’omicidio dal collega corrisponderebbe ai tratti somatici del croato.Il burrascoso passato di Vukas in Croazia (detenuto per furti e rapine, nonché ricovero in un ospedale psichiatrico di Zara) non sarebbe di aiuto alla già difficile posizione in cui si trova.Proseguono inoltre contatti con gli inquirenti triestini per cercare le analogie conl’omicidio di Bruno Gilardi, anche lui tassista, avvenuto nel capoluogo giuliano conmodalità per molti aspetti analoghe a quelle dell’assassinio di Stefano Guazzarotti.Nel caso di Trieste, l’arma non è stata mai ritrovata.Per questa ragione gli inquirenti contano molto sulle le perizie balistiche (ad effettuarle sono i laboratori specializzati tanto della polizia, che dei carabinieri).Una indagine che si estende a tutti i casi in cui sono stati commessi delitti, nei quali l’arma utilizzata era appunto una Tokarev, la pistola di fabbricazione russa che dopo la caduta del blocco sovietico, è diventata facilmente reperibile sul mercato clandestino, visto che era in uso a tutte le forze armate dei Paesi dell’est.Vukas per ora rimane in carcere accusato della morte di Guazzarotti, ma le indagini potrebbero offrire presto clamorosi sviluppi.
di Marcello Pagliari

Pubblicato Venerdì 19 dicembre, 2003 
alle ore 11:01
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