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Il miliziano nega: “Non sono il killer del taxista”

Ma la perizia balistica lo inchioda: la pistola e' quella del delitto.

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Come se fosse ancora in guerra.Quando, soldato croato in guerra fratricida contro le milizie di Milosevic, attaccava a testa bassa il nemico serbo. Duro, ostinato, mai un passo indietro.Ora che lo accusano di aver sparato al tassista di Senigallia durante un tentativo di rapina, Ivan Vukas 41 anni, non si abbandona alla ritirata.Respinge l’attacco degli investigatori, resiste: "Il killer non sono io, non conosco Senigallia, non so dove si trovi il night-club Snoopy".Difeso dal suo avvocato Annalisa Marinelli (lo assiste insieme ad Emanuel Piras), l’altra sera ha negato su tutta linea davanti al Pm Irene Bilotta che lo ha interrogato in Commissariato, dopo avergli contestato l’omicidio volontario ed il porto d’armi. E la pistola? La famosa Tokarev che gli è stata trovata addosso, col colpo in canna, al momento dell’arresto alla stazione Fs di Senigallia?"Sono un croato, un ex militare.Praticamente tutti i miei connazionali possiedono un’arma".Parole che hanno costretto i poliziotti ad una nottataccia di perizie balistiche, poi ieri mattina il questore Adamo Gulì poteva dichiarare: "La pistola è quella che ha ucciso il povero Guazzarotti".Sobrio incontro con i giornalisti in Questura, presenti il commissario Gabriele Andreani e gli ispettori Mirko Minghelli e Montanari che hanno bloccato, con un blitz alla Rambo, l’ex miliziano.Il soggetto non viene chiamato per nome, spiegano che si tratta di un disperato che si appoggiava ai centri di accoglienza, sempre a caccia di quattrini.Un disadattamento che spiegherebbe l’ipotesi della rapina finita nel sangue, anche se ci sono tante schegge di verità che non combaciano: il tassista aveva in tasca 90 euro, è stato ucciso a freddo con un colpo in faccia e non durante una rissa, il croato risulterebbe dipendente di un’impresa portuale tanto che al momento del fermo gli è stata sequestrata una busta paga.Comunque le indagini non sono finite.Vukas aveva con sè un’agendina con tanti numeri telefonici che verrà esplorata a fondo dalla Polizia.Gli agenti non escludono complici, anche se il croato non sembrava avere contatti interessanti in zona.Sono risaliti a lui indagando sui centri di accoglienza sociale: era stato registrato alla Caritas cittadina, aveva la residenza all’ex Benincasa di Ancona, in quanto ex militare sapeva maneggiare le armi, la sua descrizione corrispondeva con quella dell’ultimo cliente visto salire da alcuni testimoni sul taxi di Guazzarotti la sera del 9 dicembre, il tassametro registrava solo 8 chilometri: esattamente la distanza dalla stazione Fs al piazzale dello Snoopy.Il resto sono solo conferme a quanto anticipato dal Messaggero: Vukas, ritenuta subito una persona super-sospetta dagli uomini del Commissariato, veniva pedinata da almeno giovedì scorso.Quando gli agenti hanno capito che stava per salire sul treno per Milano (per trovare un amico, dice lui) gli sono saltati addosso.Oggi l’interrogatorio di garanzia da parte del Gip nel carcere di Montacuto.
di Giovanni Sgardi e Michela Gambelli

Pubblicato Mercoledì 17 dicembre, 2003 
alle ore 10:57
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