Un omicidio studiato, comunque messo nel conto da parte di chi martedì sera ha incontrato Stefano Guazzarotti davanti all’ingresso dello Snoopy.Un omicidio eseguito freddamente, con una tecnica da killer, da parte di chi non lascia nulla al caso per risolvere una situazione divenuta per se’ pericolosa.Prima di tutto il luogo d’incontro con il tassista, quel grande parcheggio fuori dagli sguardi di un qualsiasi automobilista di passaggio, l’angolo più nascosto dello stesso e nel medesimo tempo meno "sospetto", visto che a pochi passi c’è l’ìngresso del night.Poi la distanza da cui sono partiti i colpi, 40-50 centimetri dal bersaglio, che fanno pensare a una persona seduta accanto al tassista.Tre colpi esplosi da distanza ravvicinata, soprattutto senza preoccuparsi piu’ di tanto di essere scoperti, magari da qualcuno del personale dello Snoopy.Una sorta di "immunità" su cui l’assassino ha pensato di poter contare già dal momento in cui sapeva dell’appuntamento con Guazzarotti.Una "immunità" che si è tradotta in un’incredibile vantaggio sugli investigatori, visto che solo poco prima dell’alba di mercoledì, otto ore dopo il delitto, qualcuno si è accorto che in quel taxi bianco parcheggiato dalla sera prima c’era un cadavere.Ancora, la fuga dopo il delitto.Chi ha ucciso il tassista non si e allontanato di certo a piedi.Sicuramente aveva a disposizione un’autovettura e niente fa escludere che fosse accompagnato da qualcuno, un complice che all’ occorrenza si sarebbe potuto trasformare in assassino.Ipotesi che lasciano intravvedere i contorni di una organizzazione crimínale, con obiettivi precisi, per nulla casuali. Compreso l’omicidio.