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Senigallia: Paradisi contro la “censura preventiva” dei dipendenti comunali

"Un dipendente pubblico è pur sempre un cittadino ed ha il diritto di criticare l'Amministrazione comunale"

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Roberto Paradisi

Dopo esser intervenuto contro il nuovo regolamento voluto dal sindaco Mangialardi – che vieta ai dipendenti del Comune, anche in veste di privati cittadini, di postare critiche su internet all’Amministrazione comunale – il consigliere del Coordinamento Civico, Roberto Paradisi, ha presentato giovedì 27 febbraio un ordine del giorno per sostenere la libertà di espressione dei dipendenti.

Si tratta di garantire, con modifica al regolamento, la libertà di espressione dei dipendenti comunali” – sostiene Paradisi – “ridotti al silenzio forzato dal nuovo regolamento voluto da Mangialardi e che contempla una pesantissima censura preventiva a danno dei dipendenti comunali“.

Di seguito, il testo presentato dal consigliere comunale Roberto Paradisi:

 

Ordine del giorno in difesa della libertà di espressione dei dipendenti comunali

OGGETTO
Il Consiglio Comunale

PREMESSO CHE

– L’Amministrazione, in ossequio a quanto stabilito dall’art. 54 co. 5 del D.lgs 165/2001 ha redatto un codice di comportamento per i dipendenti comunali;
– In detto codice, all’art. 9, sono previste restrizioni in ordine alla libertà di parola e di espressione del dipendente comunale inteso anche quale cittadino del Comune di Senigallia;
– Il dettato normativo del codice non garantisce la libera espressione del cittadino tutelata dall’art. 21 della Costituzione e dai principi dello Stato liberale di diritto;
– In particolare, l’art. 9 stabilisce testualmente: “Oltre a quanto previsto dall’art. 10 del codice generale, il dipendente: a) osserva scrupolosamente il segreto d’ufficio; b) non divulga informazioni, di qualsiasi tipo, di cui sia a conoscenza per ragioni d’ufficio; c) non pubblica, sotto qualsiasi forma, sulla rete internet (forum, blog, social network,ecc.) dichiarazioni inerenti l’attività lavorativa, indipendentemente dal contenuto, se esse siano riconducibili, in via diretta o indiretta, all’ente; d) non assume qualsiasi altro tipo di comportamento che possa ledere l’immagine dell’amministrazione”.

CONSIDERATO CHE

– Così come scritto, il codice non consente al dipendente-cittadino di formulare alcuna critica all’operato dell’Amministrazione comunale anche fuori dall’orario di lavoro, così comprimendo in modo ingiustificato e illegittimo il sacrosanto diritto di critica politica che spetta anche ai dipendenti pubblici;
– Al fine di scongiurare il rischio di illegittime e incostituzionali censure preventive e sicuri contenziosi con i dipendenti comunali (che, come tutti i cittadini, devono essere liberi di esprimere il proprio pensiero pubblicamente a partire dai social network con il solo limite di divieto di rivelazioni di eventuali segreti d’ufficio e di espressioni diffamatorie, già punite dal codice penale) è opportuno inserire una clausola risolutiva e rispondente ai principi di libertà di espressione.

Premesso tutto ciò, il Consiglio comunale

IMPEGNA LA GIUNTA COMUNALE

– A modificare il Codice di comportamento inserendo dopo le parole “Oltre a quanto previsto dall’art. 10 del codice generale, il dipendente,”, la seguente espressione: “salvo il diritto, fuori dall’orario di lavoro, di esprimere anche in forma critica il proprio pensiero in relazione all’operato dell’Amministrazione comunale”. Inoltre, al punto c), con inserimento della parola “propria” dopo le parole “dichiarazioni inerenti”, così risultando l’espressione “dichiarazioni inerenti la propria attività lavorativa”.

 

Senigallia lì 27.02.2014

Commenti
Ci sono 2 commenti
Lassie
Lassie 2014-03-06 13:16:57
L'Avvocato Roberto Paradisi fa benissimo a presentare una modifica al regolamento che possa garantire diritti e dignità al dipendente comunale, ma non è di certo un regolamento che impedisce le critiche perchè i mezzi per aggirarlo sono noti a tutti.

La dimostrazione sta nel fatto che chi vuole parlare e criticare lo fa tranquillamente (e non sono di certo pochi) usando altri sistemi per rimanere "nell'ombra", cosa ovvia perchè quando si impediscono dei regolari diritti, il minimo che possa capitare è l'aggiramento delle regole.

L'amministrazione di Senigallia non eccelle in intelligenza e furbizia, quindi si mette da sola all'angolo. Noi la ringraziamo per l'ennesimo "autogol".
cocaletta 2014-03-11 13:14:11
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