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Confartigianato Senigallia: “si abbassino i costi degli affitti in centro”

Il segretario Cicconi Massi: "prezzi altissimi, così muoiono le attività economiche della città"

Vigor-Forsempronese 13.01.2013
Giacomo Cicconi Massi

Affitti alle stelle nel centro storico di Senigallia, fino a 60 euro al mese per metro quadro. Lo segnala la Confartigianato. “Per una attività di 40 mq si arriva a dover pagare fino a 2.250 euro al mese – dichiara Giacomo Cicconi Massi, Segretario Confartigianato Senigallia.

Un esborso enorme. Se si aggiungono anche i costi in continuo incremento per tasse e tariffe locali, le bollette di luce e gas, i costi fissi esplodono. Negozi e botteghe che lavorano nel centro storico di Senigallia accusano il colpo. Pur di mantenere in piedi l’attività attingono anche ai propri patrimoni personali e familiari. Ma sono allo stremo.

Per questo la Confartigianato chiede ai proprietari dei locali di calmierare i prezzi.

I canoni di locazione pretendono troppo in raffronto alle possibilità economiche reali e  molti negozi sono infine e purtroppo costretti a chiudere, messi in ginocchio dall’incapacità di onorare mensilmente la quota d’affitto. Così il centro di Senigallia muore. Si  moltiplicano i cartelli “affittasi” o “cedesi attività” e i locali sfitti crescono a dismisura. Nessuno si fa avanti perché l‘alto costo dei canoni di locazione scoraggia chi vuole investire.

Chi ha in animo di tentare, sul punto di aprire bottega si blocca una volta apprese le cifre esorbitanti richieste dal canone mensile. Qualche “temerario” ci prova comunque, apre l’attività, ma dati i costi e le difficoltà, anche questi pochi sono costretti a chiudere. Il commercio e le attività artigiane fuggono dal centro troppo caro e si rifugiano in periferia. Le vie storiche della città rimangono vuote. Per  uscire da questa situazione serve un gesto concreto e immediato.

Confartigianato chiede che si apra un tavolo interassociativo aperto alle Istituzioni per cercare, attraverso un atto di responsabilità, di  calmierare i prezzi richiesti come pagamento per il canone mensile così da ridurli a una somma accettabile e vicina alle possibilità reali delle imprese. La crisi ha svuotato le casse delle aziende, la liquidità a disposizione è scarsa. Ma la città ha bisogno di un centro vivo. Per questo chiediamo che le attività vengano messe in condizione di poter continuare a lavorare.

Commenti
Solo un commento
A. Bucci 2013-01-09 16:34:11
Il mercato immobiliare è sicuramente una delle cause della crisi attuale, la bolla ha fatto si che manovali e spesso nulla facenti, si sono inventati impresari edili e immobiliaristi. Risultato; Prezzi pazzeschi per costruzioni che dopo poco tempo avevano bisogno di ristrutturazioni, evasione delle tasse. Devastazione del territorio, di cui anche il comune ha le sue colpe, per usufruire degli oneri di urbanizzazione, ha permesso di costruire dove si potevano fare strade, parchi ecc. Si potevano dare concessioni edilizie, aumentando in modo razionale le cubature, li dove ci sono costruzioni fatiscenti che non sono un bel biglietto da visita per una città turistica. In questo caso, parte degli oneri di urbanizzazione potevano essere utilizzati per migliorare la città. Si poteva creare un registro in cui ogni costruttore veniva certificato e controllato, garantendo così gli acquirenti sulla qualità di quello che si sarebbe acquistato. Non ci sarebbero stati 8 supermercati in una città di 40.000 abitanti, il commercio periferico del negozietto avrebbe continuato ad esistere con la sua professionalità e comodità.
Prezzi più equi degli affitti avrebbe forse fatto stampare qualche scontrino in più e da quelle tasse avremmo potuto tutti usufruirne dei benefici.
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