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Sabato 26 maggio il via alla mostra dedicata a Cesarini da Senigallia

Alla Rocca Roveresca il ricordo del grande scenografo scomparso nel 1996

Alcune scene di Cesarini da Senigallia

Si inaugura alle ore 18 di sabato 26 maggio, alla Rocca Roveresca, uno degli eventi più attesi dell’estate senigalliese: la grande mostra curata da Gianni Di Giuseppe e dedicata al grande scenografo televisivo Carlo Cesarini, meglio noto come Cesarini da Senigallia.


È un omaggio necessario quello reso da Senigallia all’artista, scomparso nel 1996, che fin dalla scelta del nome d’arte ha voluto legarsi indissolubilmente alla propria città natale, contribuendo a farla conoscere in tutta la nazione attraverso gli schermi della televisione. Per questo motivo organizzare una mostra e curare un catalogo, dedicati all’attività di Carlo Cesarini, riveste un duplice significato: documentare scientificamente il lavoro svolto dallo scenografo e testimoniare l’affetto di Carlo per la sua città natale, Senigallia.

La nostra città ha dunque voluto ricambiare questo affetto organizzando, in collaborazione con la RAI e con la famiglia Cesarini, una mostra antologica dedicata a uno dei suoi più celebri figli. L’evento fornirà anche l’occasione per ripercorrere i primi 25 anni della storia della televisione nel nostro Paese: un’epoca in cui la Rai sperimentò i suoi linguaggi,alla ricerca di quello che venne poi definito lo “specifico televisivo”.

A realizzare i primi grandi spettacoli televisivi del sabato sera, dal 1958 in poi, fu una squadra affiatatissima: il regista Antonello Falqui, il produttore Guido Sacerdote e lo scenografo marchigiano Carlo Cesarini, che affiancherà al suo nome quello della città natale, Senigallia, diventando così per tutti Carlo Cesarini da Senigallia.

Erano gli anni del boom economico e dei televisori, costosi e bombati come gli armadi, con le manopole centrali, veri e propri pezzi di arredamento. E la televisione realizzata da Cesarini da Senigallia era molto lontana da quella che possiamo vedere oggi sui nostri schermi al plasma. Vibranti coreografie, orchestre in doppio petto e scintillìo di specchietti (Cesarini ne fece montare 3.460.000 pezzi sulle pareti del Teatro delle Vittorie in occasione della Canzonissima 1969, quella con le Kessler, Dorelli e Vianello, che passò alla storia come “la Canzonissima degli specchietti”).

Nelle scene di Cesarini da Senigallia trionfava il varietà puro, un senso dello spettacolo affidato alla musica e alle invenzioni della messa in scena, un magniloquente gusto teatrale che resta l’espressione più piena dell’epoca d’oro dello show televisivo.

La mostra allestita nei locali della Rocca Roveresca, e il relativo catalogo, curato sempre da Gianni Di Giuseppe e presentato con successo al Salone Internazionale del Libro di Torino, si articolano in quattro sezioni: biografia, romanzo sceneggiato (o teleromanzo), varietà ed eventi comunicativi.

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