Battisti (M5S): “Le bugie di Olivetti e Canafoglia sulla Casa e Ospedale di Comunità”
"Senza personale e senza macchinari non si potrà mai fare nulla di concreto"

La principale ‘malattia’ in Italia sono i politici. Olivetti (e ora ci si mette anche Canafoglia, che da paladino dei cittadini spero non diventerà paladino dei poteri forti) in 5 anni non ha fatto nulla per difendere Senigallia ed il territorio.
La palazzina nuova del Pronto Soccorso non è stata fatta (ma per far vedere che il cantiere era partito intanto hanno distrutto la pineta). Poi c’è la Casa di Comunità che non è stata fatta (la vogliono mettere al posto del poliambulatorio, che è vecchio, decrepito, e che comunque viene usato da tantissimi ambulatori che non si sa dove andranno).
E per ultimo, ciliegina sulla torta, i nostri politici locali sono usciti fuori dicendo che Senigallia avrà un Ospedale di Comunità (20 posti letti per lungodegenti, che non si sa dove e quando verrà fatto). Senza contare i locali degli operatori del 118 (gente che ci salva la vita) che devono lavorare in un posto orribile. E le liste di attesa che diventano sempre più vergognose.
Tutte promesse, tutte bugie finora. Perché senza personale e senza macchinari non si potrà mai fare nulla di concreto. Nell’Ospedale di Senigallia al piano sopra il reparto di Medicina c’è già la lungodegenza, che nei mesi estivi chiude perché c’è carenza di personale. E le persone dopo un po’ (soprattutto se anziane) le spediscono a Corinaldo (se esiste ancora quel lager per anziani) o ad Arcevia.
Cerchiamo di spiegare: le strutture della sanità territoriale – come Case di Comunità e Ospedali di Comunità – non sono solo muri, ma necessitano di:
– medici di medicina generale o medici di comunità dedicati
– infermieri di comunità
– fisioterapisti, tecnici, OSS
– personale amministrativo
– coordinamento tra ospedale, territorio e servizi sociali
Se già oggi la lungodegenza a Senigallia fatica a essere coperta, è evidente che aprire nuove strutture senza personale rischia di produrre:
– servizi “di facciata”
– aperture a orario ridotto o non continuativo
– strutture vuote o sottoutilizzate
– ulteriore dispersione del poco personale disponibile
Perché si continua a parlarne comunque
L’apertura delle Case di Comunità è stata spinta:
- 1. dal PNRR, che finanzia in larga parte le opere e le attrezzature, non i contratti del personale.
- 2.da un modello nazionale, che vuole spostare peso dall’ospedale al territorio.
- 3. da obblighi programmatori regionali.
Quindi spesso si realizza o si annuncia la struttura per farsi belli politicamente, ma poi mancano le risorse umane per farla funzionare.
Il vero nodo: il personale
Il problema non è solo a Senigallia: mancano professionisti a livello nazionale. Le ragioni principali:
– anni di blocco del turnover
– formazione di medici e infermieri insufficiente rispetto al fabbisogno
– stipendi non competitivi
– condizioni di lavoro pesanti
– fuga verso ambiti privati o verso l’estero
– concorsi deserti per gli ospedali medi o periferici
In questo scenario, aprire nuove strutture rischia di essere addirittura controproducente, perché si sottrae personale alle unità già in sofferenza.
Cosa servirebbe davvero
Per rendere operative Case e Ospedali di Comunità senza penalizzare la lungodegenza, servirebbe:
– assunzioni straordinarie e stabili, non contratti a tempo breve
– incentivi economici e professionali per attrarre medici e infermieri
– programmazione regionale che tenga conto del reale fabbisogno locale
– riorganizzazione dei servizi per evitare duplicazioni e dispersioni
– potenziamento dei servizi domiciliari, per ridurre la pressione sulle strutture
In sintesi
Non si può creare un Ospedale di Comunità o una Casa di Comunità funzionanti se non c’è personale sufficiente nemmeno per garantire i reparti esistenti.
Fase 1 — Riorganizzare
– Casa di Comunità funzionale (non strutturale)
– équipe infermieristica territoriale mobile
– telemonitoraggio cronici
– poliambulatori integrati con MMG
Fase 2 — Potenziare
– piccoli moduli di Ospedale di Comunità dentro l’ospedale
– turni misti ospedale–territorio
Fase 3 — Solo dopo: sedi nuove
Quando il personale c’è davvero.
Paolo Battisti (Movimento 5 Stelle Senigallia – Parte del gruppo territoriale Val Misa)

























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