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A Senigallia la visione di una ricerca, mostra dedicata a Joël Stein

Sabato 9 ottobre a Palazzo del Duca l'inaugurazione della retrospettiva dal 1946 a oggi sull'artista francese

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Cerchi policromi di Joel SteinSabato 9 (in occasione della VI Giornata del Contemporaneo), alle ore 18 a Senigallia inaugura la mostra: Joël Stein: visione di una ricerca. L’importante esposizione retrospettiva dal 1946 a oggi, dedicata a Joël Stein, artista sperimentatore tra i più interessanti della seconda metà del XX secolo è allestita a Palazzo del Duca e resterà aperto fino al 31 ottobre. Si potrà visitare tutti i giorni dalle 17 alle 20. Ingresso libero.

La mostra, curata da Valmore Zordan (che sarà presente all’inaugurazione) e Bernard Légé, presenta numerosissimi esempi della ricerca di Joël Stein, artista che fin dagli esordi esplora luce, movimento, materiali, aspetti percettivi e interattivi. Inizia attraverso la pittura e l’incisione, attraverso forme geometriche, per poi aprirsi a installazioni, oggetti manipolabili, costruzione di sculture e macchine luminose, triedri, caleidoscopi. Opere ancora oggi godibilissime agli occhi, che portano lo spettatore in una atmosfera ludica, partecipativa, in una dimensione di allegria cromatica e formale inesauribile che troverà sbocco anche negli effetti speciali per il cinema di Henri-Georges Clouzot e per i servizi di ricerca dell’ORTF (l’Ente Radiotelevisivo Francese). Nel 1968 inizia le prime ricerche anche sull’utilizzo del raggio laser come mezzo di espressione artistica.

La mostra prevista a Palazzo del Duca di Senigallia dal 9 al 31 ottobre 2010 è promossa dal Comune di Senigallia, Museo d’Arte moderna dell’Informazione e della fotografia di Senigallia ed è curata da Valmore Zordan e Bernard Légé e organizzata da Valmore studio d’arte in collaborazione con le diverse istituzioni che vi partecipano: la Regione Normandia e il Comune di Caen, i Rencontres Internationales Image et Science e il C.A.M.E.R.A. (Conseil Audiovisuel Mondial pour les Études et les Réalisations sur l’Art) di Parigi, il M.A.C.A. Museo Arte Contemporanea di Acri (CS) con la promozione della Regione Calabria, dell’Università della Calabria e della B.C.C. Mediocrati, il MUSINF di Senigallia e il Comune di Vicenza. La mostra a Senigallia si intende inoltre realizzata nell’Ambito del Progetto Giovani Ricercatori di Senso, frutto dell’Accordo di Programma quadro stipulato tra Regione Marche e Ministero della Gioventù.

Cerchi di Joel SteinJoël Stein: visione di una ricerca è un evento itinerante che offre una retrospettiva su tutta l’opera del grande artista dal 1946 a oggi e viene ospitata in diverse sedi italiane e francesi. Dall’11 febbraio al 4 aprile è stata a Caen (Normandia – Francia) negli splendidi spazi gotici dell’Abbaye-aux-Dames e Abbaye-aux-Hommes. Dopo l’allestimento estivo al M.A.C.A. Museo Arte Contemporanea di Acri (CS), arriva a Senigallia nel mese di ottobre, per poi concludere il suo giro presso il LAMeC di Vicenza tra dicembre e gennaio.

Per Stein "uno sguardo indietro è cosa difficile – racconta la curatrice e gallerista Valmore Zordan citando lo stesso Stein da "Joël Stein. Opere dagli anni ‘60", catalogo della mostra presso Valmore studio d’arte, Vicenza, e sottolineandone la perpetua inquietudine volta alla ricerca presente e la capacità di essere individuo affettivamente attento ai rapporti umani prima che artista – è come dire che il presente non conta più, che è ora di bilanci mentre tante cose restano da fare. Le domande sono rimaste senza risposta, hanno al massimo guadagnato una complessità e la loro apparente semplicità non risolve nulla. […] Oggi mi sforzo sempre di non ridurre la mia opera ad una formula comoda; in ogni tela cerco di preservare una via d’uscita, una specie di botola che permetterà di evadere. Dietro la sua immobilità apparente si nasconde un movimento, è il contrario di una trappola, un’uscita verso qualcos’altro".

Raggi di Joel SteinSecondo il curatore Bernard Légé inoltre, Joël Stein "esalta la nozione di arte effimera e la dialettica col pubblico, sostiene che solo la storia deciderà in merito alla classificazione o meno di un’opera nel patrimonio dell’arte – si legge nel catalogo – Il carattere perenne di queste prese di posizione, oneste e coraggiose, fanno di Joël Stein un artista a parte, certamente abbastanza unico in una concezione della creazione artistica dalla quale non ha derogato fin dalla sua affermazione negli anni Sessanta". È in quegli anni che Stein palla fondazione del "Groupe Motus", a cui seguirà il "Centre de Recherche d’Art Visuel", che diventerà poi il "Groupe de Recherche d’Art Visuel" (GRAV 1960-1968 – H. Garcia Rossi, J. Le Parc, F. Morellet, F. Sobrino, J. Stein, Yvaral). Oggi, a cinquant’anni di distanza è possibile affermare che le opere di Stein hanno magnificamente superato le prove del tempo e che "indipendentemente dal loro valore sperimentale, le impressioni e le molteplici emozioni che esse ci suggeriscono sono proprio quelle che caratterizzano l’essenza stessa dell’arte", conclude Légé.

Biografia

Joël Stein è nato a Saintmartin Boulogne (Francia) il 25 maggio 1926. A Parigi, dal 1946 studia alla Scuola Nazionale Superiore di Belle Arti e frequenta nel 1949 l’atélier di Fernand Léger, incontra poi il gruppo "Lettriste", il gruppo surrealista e inoltre François Morellet. Inizia così una ricerca che lo porta progressivamente all’espressione geometrica e alla realizzazione, a partire dal 1956, di opere programmate su sistemi matematici. Nel 1960 partecipa alla fondazione del "Groupe Motus", a cui seguirà il "Centre de Recherche d’Art Visuel", che diventerà poi il "Groupe de Recherche d’Art Visuel" (GRAV 1960-1968 – H. Garcia Rossi, J. Le Parc, F. Morellet, F. Sobrino, J. Stein, Yvaral). Nel 1961 nel suo studio avviene la seconda presentazione del GRAV e l’anno successivo egli stesso realizza un film sul GRAV. Prende parte inoltre all’esposizione "Nove tendencije" che si tiene a Zagabria, a numerose mostre presso la Galleria Denise René di Parigi e a "Responsive Eye" presso il Museum of Modern Art di New York. E’ presente alla mostra "Arte Programmata" presso lo spazio Olivetti di Milano, organizzata da Bruno Munari nel 1962. Dal 1968 inizia le prime ricerche sull’utilizzo del raggio laser come mezzo di espressione artistica. Dal 1969 al 1992 è professore all’Unità Pedagogica di Architettura di Parigi. Nel 1970 tiene corsi all’Università di Parigi VIII Vincennes e dal 1974 al 1992 corsi teorici e laboratori a Parigi I Sorbonne. Realizza inoltre effetti speciali per la televisione, disegni animati e scenografie.

Alessandro Piccinini
Pubblicato Venerdì 8 ottobre, 2010 
alle ore 17:46
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