E’ un giallo ancora tutto da chiarire la vicenda del bambino abbandonato nell’atrio della scuola elementare Pascoli.Un giallo in cui adesso spuntano anche tre rumeni.Il piccolo, di nazionalità rumena, fino al momento dell’abbandono era assieme a un uomo e due donne che pare non abbiano con lui alcun grado di parentela.Già nel corso della mattinata i quattro sarebbero stati notati a girovagare per il centro e alle 15.30 c’è chi li hanno visti entrare nella scuola.Una volta alla Pascoli, secondo il racconto di chi era presente, sembra che i tre abbiano chiesto delle informazioni: atteggiamenti che hanno insospettito le insegnanti delle elementari a tal punto da ritenere opportuna una chiamata ai carabinieri. Ed è proprio all’arrivo della pattuglia che è stata notata la presenza del piccolo di cinque mesi.Nel frattempo i tre rumeni sono stati accompagnati in caserma dove non sono stati in grado di chiarire come mai il bambino si trovasse con loro, nè hanno dato indicazioni utili per rintracciare la mamma.A questo punto è stato richiesto l’ intervento del Comune che si è fatto carico del piccolo, affidato temporaneamente a Maurizio Mandolini, in qualità del dirigente dell’Ufficio educazione e formazione, e al sindaco Luana Angeloni."Non essendoci a Senigallia un orfanotrofio – spiega Maurizio Mandolini -, per ospitare un bambino così piccolo, abbiamo pensato di affidarlo all’ospedale.Poi abbiamo contattato l’associazione "Un Tetto" per chiedere che i volontari si prendessero cura di lui e la Caritas perché aveva bisogno di vestiti".Trattandosi di un caso molto delicato, tanto che ancora non si hanno certezze circa l’identità dei genitori, all’ospedale era giunta la comunicazione di un bambino abbandonato all’interno della scuola: senza fornire altri particolari per non compromettere le indagini in corso.Dopo il ricovero la presunta, madre si è presentata al reparto chiedendo di riavere il figlio, richiesta che non è stata esaudita.Questi primi cinque mesi e mezzo di vita sono stati per il bambino travagliati fin dalla sua nascita, avvenuta in una clinica romana.Della sua vicenda si è infatti già interessato il Tribunale dei Minori di Roma che lo ha trattenuto per un mese nella clinica, perché figlio di una ragazza madre, clandestina nel nostro Paese.Solo quando un uomo italiano, residente nella provincia di Roma, si è presentato dichiarando di essere il padre, il piccolo è stato dimesso ed affidato a lui.Ora però del padre non si hanno notizie, e non si sa nemmeno se sia stato lui a restituire il piccolo alla madre che, forse per sfuggire dalla capitale, ha deciso di rifugiarsi a Senigallia.Già da qualche mese la donna sarebbe stata notata in città dai volontari dell’associazione "Un Tetto", i quali ritengono si tratti effettivamente della madre biologica del bambino ricoverato in pediatria e di cui conoscevano la disperata situazione di ragazza madre.I carabinieri e i servizi sociali del Comune devono tuttavia confermare il dato e per farlo devono entrare in possesso di documenti in grado di attestarlo."Abbiamo richiesto dei documenti alla clinica dove il bambino è nato – aggiunge Mandolini – e adesso siamo in attesa di riceverli per verificare e capire come muoverci.Non e escluso che il Tribunale dei minori intervenga nuovamente e in questo caso il bambino farebbe rientro a Roma, altrimenti potrebbe andare in affido qui, ma è presto per fare una previsione".Ufficialmente oggi è l’ultimo giorno di ricovero per il piccolo, che da venerdì si trova nel reparto di pediatria, pur essendo le sue condizioni di salute ottimali.Potrebbe però rimanere ospite della struttura ancora per qualche giorno, in attesa di trovare una sistemazione più consona e di evitare ulteriori choc.
di Sabrina Marinelli