Sorprese giovani
L'emozione di un professore del Panzini nel presentare la vena poetica di un suo alievo.
Chi pensa al Panzini, il famoso Istituto Alberghiero di Senigallia, immagina immediatamente cappelloni da cuoco, smoking da cameriere, rosse marsine da guida turistica, o a giovanotti in calzoni grigi e giacca nera o blu notte con le chiavi incrociate sul bavero. Certo, questo è il Panzini più visibile. Ma al suo interno le sorprese sono tante e spesso attingono al mondo dell’arte. Sapete già che mi piace farmi sorprendere da giovanissimi poeti, ve ne presento uno scovato nei meandri del nostro Istituto. Paolo Tarsi, diciannove anni, limpidi e profondi occhi neri, musicista di buon livello e concertista, ancorché ancora studente di conservatorio, e innamorato della poesia. Certo, nei suoi testi si sente ancora lo studente e, per quanto i prof siano attenti a rispettare la personalità degli allievi, un poco sempre li condizionano. Ma Paolo è già capace di percorrere autonome strade anche se alla sua età fa un po’ tendenza rivolgersi al periodo romantico e al decadente. Di lui vi presento un assaggio da il «CANTO BARBARO».
P. Alberto Teloni ofm
Sonetto barbaro
Là dove tuona l’Olifante
Su questi campi desolati, perché sei sceso con la spada, Dio?
Dov’eri uomo quando piangevano
le case, e cadevano persone
come mosche violate da una mano,
in notti nemiche, fredde e lontane?
Dov’eri Dio quando t’invocavanodonne coi bambini morti alle gonne,dove la vita respira pianosoffocata come una maledizione?
Oggi là, per chi tuona l’olifante,
l’ultimo sguardo sarà lassù al cielo
ai suoi cari prima di tornar niente,
prima d’esser ricoperto d’un velo;
nel trionfo di questa guerra, Morte,
dona la pace a chi riposa fiero.
Requiem
Di tanti volti, oggi rimangono le crociromite a ricordare i loro nomi, ma quelledonne che non scorderanno le loro voci,su quale spalla poggeranno il loro capo,se nel loro letto, triste dorme una medaglia,se nelle loro giornate geme la vita?
Requiescant In Pace.

























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