Possibile: “Il ricorso ambientalista così pericoloso si ferma ai confini del Cesano?”
"Un can can che dura da un mese e che evidentemente non riguarda la provincia di Pesaro, dove i lavori vengono licenziati"

Nessuno parla più del Ponte Garibaldi, ora si parla solo della minaccia che tutto si fermi, che le vasche di espansione non proseguano, che la ricollocazione dei residenti si blocchi, addirittura che i rimborsi già erogati si debbano restituire.
Quindi, anche a detta dei ricorrenti e delle parti politiche che soffiano sul fuoco della disperazione, passi che il ponte si fermi, l’importante è non fermare tutta la ricostruzione.
Sto! Si direbbe nel gioco del 7 e mezzo. Facciamo sto patto e risparmiamo soldi e tempo ai tribunali.
Un can can che dura da un mese e che evidentemente non riguarda la provincia di Pesaro dove appena 15 giorni fa il presidente Acquaroli ed il Vice Commisario Babini hanno licenziato in conferenza dei servizi i lavori per i Comuni di Cantiano, Frontone, Pergola e Serra Sant’Abbondio.
Lavori finanziati anche questi con parte dei famosi 400 milioni stanziati dal governo.
Quindi, fateci capire, il ricorso ambientalista così pericoloso si ferma ai confini del Cesano? Le carte bollate di Lion e soci sono inefficaci in zona Bronzi di Cartoceto? O non è forse un gigantesco e macabro teatrino per alzare un polverone mediatico con l’intento di influenzare il tar e, magari, preparare la discesa in campo di qualche Masaniello locale?
L’abbiamo detto subito, se il ricorso coinvolgesse anche solo uno dei ristori dovuti agli alluvionati, o compromettesse la messa in sicurezza del territorio, Possibile sarebbe per il suo immediato ritiro.
Ma se così non è, come riteniamo, sarebbe una prova schiacciante della malafede della politica e della giusta causa sollevata dalle associazione ambientaliste.
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