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Il cinema e il sogno americano: gran finale di stagione per Senigallia Concerti

Il racconto della serata con Mondelci, Baglini ed Orchestra Sinfonica Abruzzese nelle parole e nelle foto di Simone Luchetti

Mondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Sala gremita, programma dal fascino popolare e raffinato insieme. Un’orchestra in forma smagliante e due interpreti d’eccezione. Così, il 30 aprile scorso, si è chiusa la stagione della rassegna Senigallia Concerti, promossa dall’Associazione Lemuse con il Comune di Senigallia, sotto la direzione artistica di Federico Mondelci.

Un epilogo carico di emozione e partecipazione, che ha trasformato il Teatro La Fenice in un luogo sospeso tra mito americano, evocazioni cinematografiche e vitalità orchestrale, tra applausi e suggestioni, nel segno di una musica che parla a tutti senza rinunciare a qualità e profondità.

Il concerto, ospitato al Teatro La Fenice alla vigilia del Primo Maggio, ha visto l’Istituzione Sinfonica Abruzzese esibirsi sotto la direzione di Federico Mondelci, che per l’occasione ha indossato anche i panni del solista, alternandosi ai sassofoni soprano e contralto. Un cambio programma dovuto a ragioni organizzative ha visto l’omaggio a Bernstein e alla sua West Side Story, inizialmente previsto, sostituito da una selezione di celebri colonne sonore tratte dalle immortali partiture di Nino Rota ed Ennio Morricone che furono scritte per le altrettanto immortali pellicole di Fellini, Visconti, Coppola, De Palma, Tornatore e Montaldo.

Mondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiMondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Mondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiMondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Mondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiMondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Un’alternativa tutt’altro che di ripiego: la prima parte del concerto è stata un viaggio emotivo tra immagini evocate e nostalgie sonore. Dal lirismo sospeso di Amarcord al dramma di Il gattopardo, passando attraverso le tensioni interne de Il padrino e l’onirismo circense di I clowns, Mondelci ha scolpito ogni melodia con un fraseggio morbido e una cura timbrica che raramente si ascolta su questo repertorio. Il sassofono – strumento ancora poco usuale nei contesti sinfonici – si è fatto voce narrante, capace di toccare corde profonde senza mai indulgere in effetti facili. L’orchestra lo ha sostenuto con un accompagnamento calibrato e ben bilanciato nel gioco tra colore orchestrale e respiro melodico. Sulle musiche di Morricone, in Nuovo Cinema Paradiso e La leggenda del pianista sull’oceano, la scrittura melodica ha veicolato una narrazione intima e universale.

Il pubblico ha risposto con un silenzio carico di attenzione e un applauso caloroso che ha chiuso idealmente questo primo affresco sonoro.

Mondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiMondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Mondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiMondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Mondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiMondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Dopo una breve pausa necessaria alla riorganizzazione dei musicisti sul palco, la scena si è spostata nel cuore pulsante del Novecento americano con Rhapsody in Blue di George Gershwin. Protagonista il pianista Maurizio Baglini, tra i più acclamati del panorama italiano, che ha offerto una lettura colta e al tempo stesso vitale dell’opera. La sua interpretazione ha saputo restituire la duplice natura della Rapsodia: da un lato l’energia spavalda del jazz, dall’altro la struttura fluida e a tratti sinfonica, eredità della grande tradizione europea.

Una partitura non facile da affrontare, caratterizzata da una certa ambiguità stilistica: troppo jazz per essere “classica”, troppo scritta per essere improvvisata. Ma Baglini – in perfetta sintonia con Mondelci e con l’orchestra – ha saputo tenere assieme le due anime con elegante chiarezza. Nei momenti più brillanti, il suo tocco ha rievocato il dinamismo delle metropoli americane degli anni ’20; in quelli più cantabili, ha saputo rallentare il tempo, lasciando spazio all’introspezione. L’Orchestra Sinfonica Abruzzese ha accompagnato con precisione e calore, confermando una coesione che è andata ben oltre la semplice esecuzione tecnica.

Mondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiMondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Mondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiMondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Mondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiMondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

La serata ha offerto due percorsi distinti ma complementari: il primo, europeo, incentrato sul potere evocativo della musica per immagini; il secondo, americano, proteso verso la fusione tra generi, dove il jazz incontra la forma sinfonica senza subordinarsi. In entrambi i casi, è emersa con chiarezza una volontà di raccontare il mondo attraverso il suono, che sia la provincia romagnola e il Borgo Vecchio di Fellini o la New York elettrica di Gershwin.

Non va dimenticato, infine, l’aspetto educativo della rassegna. Anche in quest’ultimo appuntamento, una nutrita delegazione di studenti ed insegnanti delle scuole cittadine era presente in sala: segno concreto dell’impegno che il maestro Mondelci porta avanti per avvicinare i giovani alla grande musica. Un lavoro che non si limita alla divulgazione, ma che punta a costruire un pubblico consapevole e curioso.

Mondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiMondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Mondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiMondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Mondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone LuchettiMondelci, Baglini, Orchestra Sinfonica Abruzzese - Senigallia Concerti - Foto Simone Luchetti

Mi sia consentita una considerazione del tutto personale, a chiusura di stagione: ho seguito la maggior parte degli eventi della rassegna Senigallia Concerti, cercando di raccontare su queste pagine, anche ricorrendo a una narrazione parallela fatta di espressioni, luci, dettagli, un evento che dal concepimento, all’organizzazione, fino alla rappresentazione sul palco, si è distinto per coerenza, visione e qualità. Un festival che ha saputo coinvolgere un pubblico eterogeneo e trasversale per età e formazione culturale, portandolo a teatro per ascoltare con curiosità e partecipazione generi musicali dalla classica al jazz, dal blues alla musica sudamericana, fino alle grandi colonne sonore del cinema, in un intreccio di contaminazioni raffinate ed interpreti di altissimo livello. Un progetto nobile, culturale nel senso più pieno del termine, che merita sostegno, crescita e una collocazione sempre più centrale nel cartellone musicale della città.

La stagione si chiude dunque nel segno della bellezza accessibile, della qualità senza barriere, con uno sguardo attento al futuro e la convinzione che il sipario, il prossimo anno, tornerà ad alzarsi con la stessa forza e la stessa ispirazione.

Testo e foto di Simone Luchetti

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