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Senigallia, dal consigliere Malih una proposta per aiutare le vittime dell’alluvione

Si tratterebbe di devolvere il gettone di presenza della scorsa seduta e di quelle prossime

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Mohamed Malih

Giovani, uomini e donne, anziani e persino bambini si sono uniti per cercare di risollevare la città dai danni dell’alluvione. Badando solo ad alleviare i disagi di chi è in difficoltà. Ciascuno secondo le sue possibilità ha dato una mano come poteva. Tutti mettendoci il cuore. Mi chiedo perché anche la politica non riesca a fare altrettanto. A tragedia non ancora superata tocca assistere al solito teatrino delle parti. Ci si sofferma a rimpallarsi presunte passate e presenti responsabilità e manchevolezze. Dando l’ennesima conferma dell’abissale distanza che c’è fra la gente comune e chi ha l’onere onore di rappresentarla. Davvero si è persa un’occasione per mostrarsi per una volta in sintonia con il sentire della gente, per una volta cittadini fra i cittadini (non credo che consiglieri comunali e giunta siano qualcosa di più, semmai anzi comincio a nutrire il dubbio dell’esatto contrario) e sentire ed esprimere la stessa stanchezza e paura, ma anche sentire ed esprimere la medesima forza e caparbia di riprendersi la quotidianità travolta dall’alluvione. Questo è quanto sarebbe dovuto emergere durante il primo consiglio comunale dopo l’alluvione.

E che invece ho avuto modo di constatare solo a tratti. Ad esempio nel tono del sindaco, che ad alcuni è parso dimesso o poco energico. Invece rispecchiava a mio parere oltre allo stato d’animo della città, anche l’indole del senigalliese e del marchigiano in genere, che è appunto quello di chi bada all’essenziale, lavora tanto e parla poco. Che è esattamente quel che si vede per le strade di Senigallia questi giorni: tutti a testa bassa a spalare fango, non certo a incolpare questo o quell’altro di questa sciagura.

Adesso è il momento di curare le ferite e riprendersi dagli acciacchi. Poi certamente arriverà il momento della resa dei conti. Ma non adesso, non ora. Adesso, da parte di noi politici, ci vogliono gesti concreti e proposte credibili, non le chiacchiere autoreferenziali.

Ad esempio, un piccolo gesto simbolico concreto potrebbe essere quello di devolvere il gettone di presenza della scorsa seduta e di quelle prossime, almeno fino a quando non finisce questa emergenza, per una delle tante situazioni di estremo disagio che in questo periodo si sono rese ancora più evidenti. E c’è solo l’imbarazzo della scelta fra i molti alluvionati di oggi e quelli che, a loro modo, alluvionati lo sono da sempre.

 

Mohamed Malih, consigliere comunale

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