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PD: “Commissariamento Fondazione Città di Senigallia preparato politicamente a tavolino”

"Imbarazzante scaricabarile di Olivetti su Bello e sulla Regione"

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Consiglio Comunale di Senigallia del 28 marzo 2022

Il Consiglio comunale del 28 marzo poteva essere, probabilmente, l’ultima occasione per redimersi, da parte del sindaco Olivetti e della maggioranza.

Gli interventi che si sono susseguiti, di fatto, hanno sottolineato che il contenuto delle relazioni del CdA dimissionario, non suffragate o certificate da enti terzi o da revisori, dovevano essere valutati attentamente prima di essere inviati altrove. Invece, con una manovra politica degna del miglior Ponzio Pilato, da un lato Olivetti, a suo tempo, ha fatto preparare e votare alla maggioranza un atto in consiglio comunale che dava indirizzo alla Regione per nominare un commissario. Dall’altro, sempre spogliandosi del suo ruolo politico e andando squisitamente sul piano formale, ha accusato il consiglio – in testa il Presidente Bello – di non aver messo il rinnovo del Cda all’ordine del giorno. Come se lui, della situazione, non ne sapesse niente. Come se non ci fosse un responsabile politico di tutta questa vicenda.

Abbiamo quindi presentato un atto per chiedere al Sindaco di impegnarsi politicamente contro la delibera di commissariamento: documento, ovviamente, rigettato dalla maggioranza di destra senigalliese.

Adesso in Regione c’è la medesima mozione, che chiede un impegno preciso al governatore Acquaroli e alla giunta regionale: la revoca della delibera di commissariamento.
E’ l’ultima spiaggia, almeno politica, per permettere alla destra regionale e senigalliese di salvare la faccia in una vicenda dai contorni davvero poco chiari.

Questo perché da un lato abbiamo un Sindaco che rimanda ogni responsabilità al Presidente e alla Regione; dall’altro abbiamo la Regione che ha scritto la delibera di nomina del commissario basandosi proprio su quell’atto di indirizzo inviato dal consiglio comunale e votato dalla maggioranza.

Uno spettacolo che, se fosse andato in scena a teatro, non sarebbe valso nemmeno 1 centesimo di prezzo del biglietto: una trama scontata, senza colpi di scena e con un finale altamente prevedibile. Ogni spettatore avrebbe chiesto il rimborso del biglietto. In questo caso, però, è la Fondazione a pagare: circa 20.000 euro di compenso al commissario Canafoglia, che prima invece era presidente del Cda a titolo gratuito.

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