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Verde pubblico: i piani urbanistici rimasti sugli scaffali

Marzi, Senigallia Bene Comune: "ci batteremo perché i parchi cittadini possano finalmente nascere"

Tutto Guida 2015
Daniele Marzi

Mi pare fosse il 1987; ero rappresentante di istituto del Liceo scientifico E. Medi e mi mandarono senza preavviso ad una riunione nella sala della giunta comunale. Non sapevo perché, non sapevo quale sarebbe stato l’argomento né chi avrei trovato a questa riunione. Per questo motivo rimasi sorpreso quando vi trovai uno dei miei compagni nella gloriosa squadra di calcio della Comunità Giovanile-Casa della Gioventù, l’architetto Mario Gentili che srotolava sul grande tavolo della sala niente di meno che il progetto del grande Parco delle Saline. Dopo quasi trenta anni la vasta area che doveva essere destinata al parco è stata in grandissima parte edificata e di vegetazione non è rimasto altro che qualche mesto canneto.

Questa storia è davvero emblematica per capire la scarsa importanza con cui è considerato il ruolo delle aree verdi a Senigallia. Un’area “libera” viene vista esclusivamente come un area potenzialmente edificabile, non si riesce ad immaginare altro. Un esempio più recente è l’area ex Sacelit. Possibile che in una zona a ridosso del mare, con una storia anche drammaticamente significativa per la città l’unica idea è stata quella di cementificare? Con questa mentalità così “edificatoria” il verde diventa solo un accessorio allo spazio costruito: per carità mai una pianta in più rispetto al minimo di legge! Il risultato è un sistema di aree verdi marginale composto da giardinetti di servizio ai quartieri, spesso di scarsa qualità, sia dal punto di vista estetico che da quello dello stato fitosanitario.

Ma cosa è accaduto in questi decenni dal punto di vista della gestione del verde nella nostra città? Qualcosa si è mosso! Forse dopo esserci resi conto che quasi tutte le altre città turistiche della costa, a nord e a sud di Senigallia, avevano un livello minimo di cura del verde pubblico, abbiamo messo mano ad un abbellimento estetico: aiuolette, aree spartitraffico e rotatorie inerbite sono comparse un po’ ovunque ad elevare leggermente la qualità ornamentale del verde pubblico nelle aree di risulta.
Inoltre rispetto all’improvvisazione totale con cui si realizzavano una volta le aree verdi e le alberature stradali si è visto un approccio più razionale nella scelta delle piante anche se siamo ancora ben lontani da una autentica progettazione.
Comunque se un passettino piccolo si è fatto dal punto di vista della funzione ornamentale del verde molto poco si è fatto sul lato del valore socio-ambientale del verde pubblico. Sembra ancora molto lontana la consapevolezza del ruolo che le piante svolgono per ridurre l’inquinamento dell’aria e quello acustico, nella regolazione del microclima cittadino, nel favorire la relazionalità e la convivialità tra le persone.

Una svolta in questo senso sembrava essere arrivata grazie ad un altro mio compagno di squadra, prima nell’Audax e poi nella già citata Casa della Gioventù: Simone Ceresoni, quando era assessore all’ambiente. Nel 2008 infatti diede il via all’iter per la realizzazione a Senigallia di un piano strutturale del verde. Dopo un concorso di idee a cui avevano partecipato diversi professionisti, l’assessore convocò tra loro quelli di Senigallia, tra cui il sottoscritto, per chiedere se fossero stati disponibili a collaborare alla realizzazione del suddetto piano. Si formò così un’equipe di quattro architetti e due agronomi, coordinati dal professor Minelli dell’Università di Bologna. Essa avrebbe avuto il compito di analizzare lo stato del verde pubblico di Senigallia e, anche sulla base delle proposte formulate nel concorso di idee, elaborare un vero e proprio Piano Strutturale del Verde, ossia delle linee di indirizzo con cui pianificare il futuro sviluppo del verde urbano. Non più quindi interventi a caso bensì in linea con un progetto di massima in grado di garantire uno sviluppo razionale, coerente e armonico.

Connessa alla realizzazione del piano strutturale era la creazione di un laboratorio permanente del verde. Un luogo in cui coinvolgere associazioni e liberi cittadini sensibili alle tematiche urbanistico-ambientali che avrebbe avuto il ruolo fondamentale di far crescere in tutta la cittadinanza una cultura ambientale in grado di superare contemporaneamente l’indifferenza da una parte e l’estremismo ambientalista dall’altro.
Il piano strutturale del verde fu redatto e approvato dal consiglio comunale nel 2010 poco prima delle elezioni ma la sensazione era quella che fosse una iniziativa più di Ceresoni che dell’intera giunta. Si avvertiva un po’ di snobismo da parte del resto della giunta (l’assessore all’urbanistica non partecipò neanche ad una riunione!) e di alcuni tecnici dipendenti del comune che tenevano sovente a precisare che il Piano del Verde non aveva alcun potere vincolante e che quello che contava era solo il piano particolareggiato del centro storico: il famigerato piano Cervellati.

Questa sensazione è diventata certezza in questi cinque anni di amministrazione in cui il piano è rimasto lì negli scaffali dell’assessorato, mesto come i canneti delle saline. Qualche mese fa ho chiesto personalmente al mio amico Ceresoni che fine avesse fatto il piano del verde. Mi ha risposto in maniera un po’ spiccia che non dipendeva da lui poiché adesso l’assessore competente era Gennaro Campanile (e basta! un altro compagno di squadra! stavolta nella non meno gloriosa Pace-Novottica 80). Credevo che ci fosse un po’ più di sinergia all’interno di una giunta comunale e che la realizzazione di atti approvati dal consiglio comunale non dipendessero dal cambio di un assessore. Soprattutto se una giunta è composta in larga parte dalle stesse persone di quella precedente che ha approvato gli atti.

Comunque sia tra le tante cose previste nel Piano del Verde una delle più importanti è la realizzazione di un grande polmone verde per la città il cui nucleo portante è il Parco della Cesanella: la vasta area che va dal Molinello fino alla parrocchia della Cesanella. È l’ultima occasione per Senigallia (stretta ormai per sempre tra le 8 corsie dell’autostrada-complanare) di avere un grande parco degno di questo nome. Speriamo proprio che non faccia la fine del parco delle saline. I primi segnali sono stati alquanto negativi con l’avvio di lottizzazioni varie all’interno dell’area.
Una cosa è certa: la lista Senigallia Bene Comune si batterà perché il progetto del parco sia salvaguardato e più in generale perché sia rivalutato il Piano del verde come strumento di pianificazione urbanistica per il bene di tutti i cittadini…compresi i miei cari vecchi compagni di squadra.

 

da Daniele Marzi
Lista Civica Senigallia Bene Comune per Giorgio Sartini Sindaco

Commenti
Solo un commento
stefano 2015-05-10 23:34:28
Il "grande Parco delle Saline" ed il Parco della Cesanella ,"nucleo portante del grande polmone verde della città", purtroppo sono entrati a far parte del Piano di Forestazione Regionale imposto come prescrizione nella realizzazione della Terza Corsia autostradale + Complanare. L'Amministrazione, per tacitare le critiche , l'ha sempre presentata come un'opera in procinto di partire (come il coro dell'Aida:Partiam, Partiam...). Ma si da il caso che solamente il 29 Gennaio scorso si è concluso l'iter della Verifica di Assoggettabilità a VIA del solo Progetto Preliminare delle due aree e che pertanto la realizzazione delle opere è ancora al di là da venire. Come non bastasse, nonostante l'appellativo pomposo di Boschi Urbani, sulla base di un "progettino" redatto dal Comune, sono emerse due opere di modesta entità ( è lo stesso Ufficio Ambiente Regionale a definirle tali): un intervento di 2,9 ettari alle Saline (compreso anche l'impianto sportivo) e di 4 ettari alla Cesanella, diviso in tre porzioni staccate fra loro . Come queste opere possano essere in grado di "assorbire il carbonio in linea con gli obiettivi del Protocollo Kyoto" non è dato né di vedere né di sapere. Inoltre i Monitoraggi ambientali post-operam sono criptati da oltre un anno. Per i Piani Ambientali si evidenzia la stessa allergia che c'è sempre stata per i Piani Urbanistici . Pertanto mai fidarsi dei compagni di squadra.........che nascondono costantemente la palla.
stefano bernardini
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