Ci fanno piacere le parole chiare e inequivocabili con le quali Edoardo Mentrasti, candidato presidente di “Altre Marche”, bacchetta l’ammuina del sindaco di Senigallia Mangialardi, i sui belati  contro i tagli di Renzi, che sono, lo ricorda Mentrasti  “lamentele tattiche e furbe”, visto che come sempre ne conseguirà un accondiscendente signorsì.

Questa chiarezza testimonia lo spirito con cui “Altre Marche “ è nata, la volontà di dare conseguenza e dignità al progetto politico, la siderale distanza da PD e dalle sue politiche. Noi che a Senigallia stiamo provando a costruire anche per le prossime amministrative un soggetto coerente con quello spirito e iniziare un progetto che dall’opposizione costruisca l’alternativa vorremmo che le considerazioni di Mentrasti aiutino l’unità e la coerenza.

L’ultima consigliatura ha dimostrato la marginalità umiliante della sinistra alleata con il PD e una riflessione seria avrebbe dovuto tentare una verifica critica e la ricerca di un’unità sui contenuti tra tutti i soggetti che a livello regionale stanno dando corpo e mente all’ alternativa che “Altre Marche” rappresenta.

Ha prevalso invece la genuflessione e l’opportunità. Che il segretario regionale di Sel, ma soprattutto il candidato “garante” di “Altre Marche”, giudichi atteggiamenti da “bella statuina“ il trasformismo gattopardesco di Mangialardi dovrebbe indurre tutti quelli che hanno a cuore le sorti della sinistra a riflettere.

C’è ancora tempo, magari proprio Mentrasti, con la sua storia, la sua autorevolezza, il suo ruolo, potrebbe aiutare a far ritrovare le ragioni della sinistra e della coerenza.