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Banca delle Marche, il primo semestre segna un passivo da 232 milioni di euro

Bankitalia sospende la gestione per due mesi. Allo sciopero hanno partecipato oltre 2000 dipendenti BdM

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BdM, la filiale della Banca delle Marche di via Cellini/via Rossini, a Senigallia

Meno 232 milioni di euro. E’ questa la pesante cifra, in passivo, che è stata accertata dal Consiglio di Amministrazione della banca delle Marche dopo la riunione sui risultati del primo semestre 2013 di attività. Un rosso certificato, ben oltre le aspettative, che comunque attesta un esercizio migliore del 2012 quando le perdite erano state quantificate (e approvate dal CdA) in ben 562 mln €.

Il CdA ha anche approvato una riduzione della patrimonializzazione adducendo che “l’ammontare delle rettifiche sui crediti si è incrementato di circa 170 mln”, mentre le attività deteriorate nel semestre sono salite del 15%.

Nella stessa giornata si è svolta la manifestazione di sciopero dei dipendenti BdM, indetto dalle sigle sindacali Fisac Cgil, Fiba Cisl e Dicredito. Secondo queste le adesioni allo sciopero sono state di più di 2000 unità, in tutte le regioni in cui la Banca delle Marche opera. La protesta verte contro il nuovo piano industriale che potrebbe interessare fino a 800 dipendenti, tagliando loro il posto di lavoro. “Fermare le ipotesi di spezzatino dell’istituto, attuare una diversa gestione del credito, sostenere la ricapitalizzazione evitando rischi speculativi” sono alcune delle parole chiave pronunciate dai manifestanti.

L’ultima notizia che riguarda la BdM è che, dopo l’approvazione dei conti del primo semestre 2013, Bankitalia ha messo Banca Marche in gestione provvisoria. A guidare la procedura che avrà il compito di “condurre l’attività aziendale secondo criteri di sana e prudente gestione e dovrà individuare le necessarie iniziative di rafforzamento patrimoniale” saranno Federico Terrinoni e Giuseppe Feliziani.

Commenti
Ci sono 5 commenti
giulio 2013-08-31 13:06:57
La banca come la scuola. Tutti bancari o insegnanti. Un esercito di mantenuti (nel senso pagati dallo Stato). Almeno così abbiamo gli studenti più preparati del mondo e un sistema bancario efficente che concede mutui agli imprenditori a tassi giusti. Non è così?
BlackCat
dionisio 2013-08-31 18:09:04
L'articolo è carente di una informazione essenziale: dove sono quei soldi che mancano a bilancio? Come mai una banca come questa, che qualche anno fa costruì una mega sede dirigenziale a Jesi, ora non ha liquidità? Come se la passano i dirigenti? Hanno aumentato il loro capitale procapite?

Insomma, facciamoci qualche domanda....
Magari avremo qualche risposta prima di pagare noi tutti per il "salvataggio"....
Gianfranco 2013-08-31 20:58:19
Forse vale anche qui la legge di Pareto ... visto che con 20 clienti (di quelli a cui di solito i Direttori e i Funzionari e i "mangiatori" si genuflettono) hanno procurato l'80% delle perdite. forse ora che la loro certezza del posto non c'è più capiranno che chi lavora sta sputando sangue anche per le loro "ca..ate" e la smetteranno anche di puntare il dito.
Dai dai ... che si scoperchiano le pentole ...
Mi dispiace solo per quelle tre persone che conosco io e alla fine saranno sempre loro a rimetterci... Ovviamente sono un correntista .... arrabbiato ...
pie 2013-09-01 03:51:42
La banca come la scuola. La sanita'? Ne vogliamo parlare? Hannosmantellato quelle che dovevano essere le colonne portanti dello stato!
bonzino 2013-09-01 11:12:22
quanto è emerso oggi è l'inevitabile conseguenza di scelte suicide avviate sin dal 2004 in merito a programmazione e scelta degli uomini chiave. Personaggi di poco spessore elevati a grandi manager e super pagati che con le loro incapacità hanno minato le basi di un'azienda solida e con concrete prospettive di successo. Purtroppo uomini avidi ed arroganti, bramosi solo di emergere e consolidare il loro strapotere conferitogli da un CDA pavido, hanno di fatto condotto la banca sull'orlo di una crisi economico-finanziaria senza precedenti. I fattori che hanno generato questa difficile situazione, oltre che esterni, vanno ricercati nei settori della finanza, del credito, ma principalmente nel settore sviluppo e programmazione nonché in quello dirigenziale. Altra grossa colpa è da attribuire al sindacato sempre pronto a fare barricate, ma mai incidere sulle scelte aziendali quando queste erano visibilmente suicide. Difendere l'attuale stato delle cose è ancora una volta la più grande miopia del sindacato. Cercare di contrastare l'attuale piano industriale è una follia che spesso i sindacati operano, ma purtroppo bisogna guardare la realtà. Se comparti aziendali non creano risultati più che sufficienti a remunerare il gravoso capitale investito è meglio cederlo o abbandonarlo, specialmente per quei settori che l'attuale dirigenza non sa come governare per manifesta incapacità e poca conoscenza delle dinamiche dei settori interessati (Carilo, leasing, finanziamenti m/l termine, agenzie sparse in territori cannibalizzati da una feroce concorrenza.) Non è possibile continuare su questa strada che per ora sta penalizzando gli azionisti di minoranza che sono anche clienti dell'istituto per continuare a difendere l'indifendibile. L'inevitabile aumento del capitale e abbattimento delle perdite e il dimagrimento del personale sono le sole vie percorribile anche se difficile da praticare. Una riprova è che pochi degli attuali dipendenti si sono dichiarati pronti a sottoscrivere l'aumento del capitale sperando che siano gli altri a prendersi i rischi. fortunatamente, anche se con troppo ritardo e poca tempestività, è intervenuto l'istituto di vigilanza a porre un baluardo ad una situazione a dir poco disastrosa con buone prospettive di condurre in acque calme l'istituto per buona sorte dei dipendenti, dei clienti che hanno sempre confidato e sostenuto l'istituto.
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