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P come progettare, precedere, programmare, pianificare, prevedere

Qualche spunto di riflessione prima ancora dei dati e delle polemiche per l'andamento turistico

La spiaggia di Senigallia. Foto di Luca Ceccacci per Senigallia Notizie. Tutti i diritti riservati.

Gli eventi più importanti in agenda, la Fiera campionaria e quella di Sant’Agostino, poi ancora “Pane Nostrum”, infine la solita polemica sugli stabilimenti balneari e i bar e ristoranti chiusi anticipatamente rispetto ad altri luoghi di villeggiatura e poi la ciliegina sulla torta: i dati ufficiali, semiufficiali, seri e meno seri, di come è andata la stagione turistica. Per alcuni i dati con segno positivo ed altri con quello negativo.

I dati resteranno, come lo sono del resto ogni anno, privi di fondamento e quindi dovremmo accontentarci di ritenerli più o meno credibili facendo affidamento solamente sulla parola di chi li esterna. Le città turistiche, come tutte le città, non sono caselli autostradali, dove entri o esci lasciando il tuo passaggio registrato. Ci si basa su colpi d’occhio, che lasciano sempre un giudizio molto personale, a seconda da che occhio provengono. Una “marea” di gente oppure il classico “non c’è un’anima”.
Lo stesso metro, del resto, che si usa, al termine di ogni grande evento, sia per il numero dei partecipanti, sia per la bontà dei servizi, sia per la soddisfazione globale che questo ha riservato.

E’ terminata domenica 18 la settimana di “Destate la Festa 2013“. Ho atteso allora che trascorressero alcuni giorni prima di scrivere che il tutto si era svolto regolarmente. Ho atteso, anche se ero convinto che perdevo solo del tempo, di leggere sui giornali cartacei e non, notizie che invece nel corso di altri eventi si leggono con frequenza. Il lavoro delle forze dell’ordine, degli addetti al pronto soccorso, degli operatori ecologici, l’uso dei servizi igienici, sono rientrati nella normalità.
La stessa cosa dicasi per il Caterraduno, per la festa (che io voglio continuare a chiamare) dell’Unità. Idem per la sagra del pesce al Cesano, come pure per la recentissima festa della Cesanella o per la festa dei sapori di casa nostra al Foro Annonario.

Ci credo, potrebbe dire qualcuno, le masse di partecipanti sono notevolmente diverse. Il che non farebbe una piega ed avrebbe perfettamente ragione, salvo dicesse che “dico ciò perché ce l’ho con il Summer Jamboree”.
Allora tengo a puntualizzare che mi piaccia o meno personalmente, non ha grande importanza, perché ritengo che una città che si autodefinisce vocata al turismo e che con questo è obbligata a convivere per poter sopravvivere, non può sperare che gli ospiti che vengono nella nostra spiaggia siano disposti ad accontentarsi della sabbia di velluto e dell’acqua cristallina del mare (e non sempre!). Un luogo di vacanza è quel luogo dove uno si riposa dai tanti problemi che la vita (in principal modo di questi tempi) gli riserva. E’ un luogo dove, tutti i vacanzieri lo sanno, in maniera più o meno evidente ed intelligente si viene o si può essere “spellati”. Ma bisogna offrirgli anche qualche cosa che non sia la sdraia e l’ombrellone. Quindi ben venga anche il Summer Jamboree. Ben venga la musica, i colori, le maschere, anche il rumore. Però, c’è un però. Ogni moneta ha il suo rovescio.

Abbiamo 14 km di spiaggia. Bene, la vogliamo dividere in tre? Il luogo centrale, quello più “in”, quello della Rotonda riservato a chi vuol vivere una vacanza allegra rumorosa 24h su 24, quello a Nord riservato a chi piace “vivere”, ma anche riposarsi, ed infine quello a Sud…. sveglia alle 5, passeggiata pediluvio, giornale, bagnetto, pranzo alle 11 come negli ospedali, riposino fino alle 17, bocce o scopa (carte!), poi cena alle 19 (giusto perché è estate e sono in vacanza), TV e alle 22, a nanna… per pensionati in cerca di nulla!

Dico sempre che la Senigallia Turistica deve ancora scegliere e decidere che cosa farà da grande. Non può certo pretendere di fare la Grande aggiungendo solo stelle agli alberghi e definendo ogni piccola comodità (poche veramente!) come un’eccellenza. Comincio a pensare che se ne abbiamo una è solo quella del titolo che va riservato al nostro Vescovo!

Allora “Per una parete grande, ci vuole un pennello grande“, recitava uno spot televisivo, che prosegue con “non serve un pennello grande ma un Grande pennello“. L’allusione logicamente è alla qualità!
Se in un evento di giovani per i giovani, nessuno si è ubriacato, le piazze sono rimaste pulite, se la musica avrà anche infastidito, ma non più di tanto, se si è rimasti dentro le regole, evidentemente è perché, oltre al numero inferiore di partecipanti, dietro le spalle di questi ragazzi, c’è un’organizzazione impeccabile, pulizia, un progetto pianificato da tempo e per tempo, una capacità nel prevedere ed anticipare certe eventuali situazioni e poi ragazzi i cui zaini erano strapieni, non di bottiglie, ma di tanta buona educazione… che, diciamolo a bassa voce, hanno “trafugato” alle proprie famiglie.

Vogliamo parlare delle feste, delle sagre? Non si parla di ragazzi, si parla di donne e uomini adulti, di gente che fino ad ieri lavorava in fabbrica e seppur stanchi andava, va, a cuocere salsicce gratuitamente e per un ideale, ed oggi, ancor più imbufaliti che mai. Precari, disoccupati, in cassa integrazione, se vuoi provare a perché tutto funziona nel modo giusto, provate ad andarci a fare gli spiritosi o i prepotenti sotto l’effetto dell’alcol. Vedrete il trattamento che vi verrà riservato! E così anche negli altri vari eventi di cui ho parlato. Perché c’è sempre pulizia e al massimo, entro 24 h, non trovi più una carta?

Perché, il contrario invece avviene solo nelle varie “Notti” o durante il Summer Jamboree? Sarà solo perché la gente vuole denigrare, il “SJ” oppure screditare la “Notte Bianca” o quella della “Rotonda”? Oppure si comprende che c’è una “falla sulla barca”, ma dà fastidio il sentirsi criticati? Male, perché un conto è “sputare” sulla bontà dell’evento inteso come richiamo, altra cosa è accettare la critica, analizzarla e cercare la soluzione per migliorare. Non mi si venga a dire che lo si fa, ed è stato sempre fatto, perché almeno alla luce dei fatti, dai risultati ciò non risulta. Non sarà allora che gli eventi sono divenuti talmente grandi che la situazione sfugge spesso di mano? E se sfugge di mano, ci sarà un perché? Che sia la mancanza di capacità di gestirli? Di prevenire determinate situazioni? Una cattiva programmazione? Magari neppure cattiva, ma solo troppo tardiva e fatta all’ultimo momento. Che sia carenza del numero e dei mezzi delle forze dell’ordine? Se così fosse, perché non impiegare a supporto di queste un numero di assistenti come si usa fare oggi negli stadi? I parcheggi sono o non sono sufficienti ? Sono pochi o sono solo dislocati male? Sono in giusta quantità, ma quello che mancano sono le navette? I bagni sono pochi? E se gli addetti ai lavori (bar-ristoranti-pizzerie) evitano di far usare i propri, un motivo pure ci sarà? Le spese per gli interventi di Pronto Soccorso dovuti ad eccessiva ebbrezza di molti pargoli e non, li vogliamo far pagare ai genitori o ai diretti interessati? Chissà che andando a toccare le tasche non si ottenga qualche miglioramento.

E per concludere, come diceva un mio amico, finito il Summer Jamboree… viva il Summer Jamboree… ma anche gli altri eventi, aggiungo io, però riveduti, corretti, programmati, e rispettosi delle leggi in vigore, che se insufficienti vanno aggiornate, migliorate e se c’è bisogno, inasprite! Insomma se deve esserci festa che festa sia veramente!

Commenti
Ci sono 2 commenti
gio 2013-08-23 13:02:23
una ottima analisi
Leonardo Maria Conti 2013-08-24 00:07:53
E' giusto ciò che scrive Giannini ma a mio modo di vedere
sarebbe ora passata che il comparto turistico abbia un suo Assessore ad hoc e non come ora la delega ce l'ha il Sindaco. Essendo la prima industria di Senigallia, avere un responsabile e una commissione non di politici al seguito ma di addetti ai lavori specifici, trasformerebbe la lettera "P" in atti concreti.
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