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Anche Elio Marchegiani a Senigallia per la mostra di Antonio D’Agostino

L'artista presente venerdì 1 marzo alla Rocca Roveresca per l'inaugurazione dell'antologica

Pubblico all'apertura della mostra di D'Agostino

Senigallia punta ancora sugli eventi d’arte di prestigio nazionale, allestiti alla Rocca Roveresca e al Palazzo del Duca. Infatti si è aperta venerdì alla Rocca Roveresca l’attesa mostra di Antonio D’Agostino ed il pubblico è accorso numeroso. C’erano anche molti noti artisti e galleristi, provenienti da varie parti d’Italia.

”L’occasione di questa esposizione è importante” ha spiegato Elio Marchegiani, che è stato amatissimo direttore dell’Accademia di Belle arti di Urbino e protagonista, tra i maggiori, dell’arte italiana d’avaguardia del secondo Novecento “perché Senigallia ed il Musinf hanno promosso una rigorosa ed attenta rilevazione sull’arte concettuale in Italia, di cui fa parte l’attuale retrospettiva su Antonio D’Agostino. Dunque non potevo mancare all’appuntamento”.

La rilevazione sull’arte concettuale aveva avuto il suo avvio nel 2010 al Palazzo del Duca con la vasta esposizione, intitolata “Struttura Pittura”. La retrospettiva dedicata ad Antonio D’Agostino è stata realizzata da Assessorato alla Cultura e Musinf con la collaborazione della Galleria Valmore di Vicenza e di collezionisti come Aprile D’Agostino di Firenze, Francesca Soranzo di Vicenza, Sergio Zompetti di Treviso.

Si articola su un itinerario espositivo composto da opere pittoriche che vanno dal 1960 al 2009. Il direttore del Museo comunale d’Arte contemporanea, prof. Carlo Emanuele Bugatti, visto il successo delle mostre d’arte contemporanea alla Rocca Roveresca, in cui gli ingressi hanno segnato record sia nell’estate sia nel periodo delle vacanze natalizie, ha preannunciato che, su indicazione dell’assessorato alla cultura, ha in corso di preparazione progetti espositivi di grande interesse tanto alla Rocca Roveresca quanto al Palazzo del Duca, mentre continua la programmazione di mostre basata su collaborazione con vari musei europei.

L’assessore alla cultura Stefano Schiavoni si è sentito anche sabato con le responsabili della galleria Valmore per un progetto di mostra sulla pittura sud americana, in cui è prevista l’esposizione di una rassegna, che comprende anche opere di Lucio Fontana.

Elio Marchegiani all'apertura della mostra di D'Agostino

Con Elio Marchegiani l’assessore Schiavoni ha parlato per definire l’allestimento di un percorso espositivo antologico. Molti sono stati fotografi e gli operatori video che venerdì hanno documentato l’itinerario espositivo di Antonio D’Agostino, che consente di ripercorre le tappe dell’avventurosa vicenda di un autore, che si è affermato, anche fuori dei confini nazionali, sia nel campo della pittura sia in quello del cinema e della video arte.

Nel 1979 la sparizione volontaria di Antonio D’Agostino era stata anticipata da un video, realizzato da Pierre Restnay. Un comunicato video, che aveva fatto grande effetto anche sul grande pubblico e non solo negli ambienti delle arti visive. La sparizione volontaria bene si iscriveva nelle atmosfere di quel tempo, in cui cominciava a diffondersi la consapevolezza di come l’arte non riuscisse più ad incidere sulla società, schiacciata dalla mercificazione di cose e persone.

Dopo l’annuncio della scomparsa D’Agostino si era trasferito a Parigi. Qui aveva continuato a dedicarsi al cinema ed alla video arte, di cui è stato uno dei primi protagonisti. A Parigi aveva collaborato con Troffaut (La Peau douce), Caillat (Un amore scombinato), con Trintignan ed altri.

Nonostante la lontananza da Roma aveva continuato la collaborazione con Alfonso Gatto e Pier Paolo Pasolini, che hanno partecipato alla stesura del film Complicity, uscito nel 1995, cioè tanti anni dopo. Se la scomparsa annunciata di D’Agostino era stata clamorosa anche il suo rientro a Roma nel 2006 non è passato sotto silenzio.

Infatti ha subito realizzato video di grande interesse che hanno ottenuto il riconoscimento della partecipazione alla mostra itinerante, curata da Achille Bonito Oliva, intitolata “Il gioco è fatto”, al Museo Vostell e ai Musei d’arte contemporanea di Cordoba e Siviglia (2008).

Ad indurlo a ritornare all’arte è stato, come ha spiegato nel suo intervento alla Rocca Roveresca, lo stesso D’Agostino, è stato il desiderio di continuare l’azione, la testimonianza dei suoi amici Mimmo Rotella, Raymond Hains, Pierre Restnay. Nel 2010 alla Biennale Fluxus, all’Auditorium di Roma, curata da Achille Bonito Oliva, Antonio D’Agostino ha presentato le foto realizzate, negli anni Settanta, per le performances di Nam June Paik e Giuseppe Chiari .

Si tratta di qualche centinaio di fotografie,che sono entrate oggi a far parte della raccolta del Museo comunale d’arte moderna di Senigallia. Per quanto riguarda l’allargamento delle raccolte fotografiche dell’archivio del Musinf, il prof. Bugatti si è incontrato con il maestro Marchegiani per la catalogazione dei suoi scatti sulla Cina.

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