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Grecia, ancora niente governo: fallisce terzo tentativo di accordo

Il socialista Venizelos rimette il mandato imitando Samaras e Tsipras

Veduta notturna di Atene

Torna nelle mani del presidente greco Karolos Papoulias il mandato per formare il nuovo governo ellenico, che dopo le elezioni di domenica 6 maggio i vari esponenti dei partiti che hanno raccolto più voti stanno cercando di comporre, senza però venire a capo della situazione e trovare un accordo. Anche Evangelos Venizelos del Pasok, terzo candidato premier incaricato di trovare un accordo, ha rinunciato.

Nei giorni dopo la consultazione elettorale è toccato prima a Antonis Samaras, leader dei conservatori di Nea Demokratia, poi ad Alex Tsipras, candidato premier del partito di sinistra radicale Syriza, il compito di trovare appoggio negli altri partiti per arrivare ad una maggioranza parlamentare che potesse garantire stabilità alla Grecia.

Entrambi avevano però fallito e rinunciato, a causa delle eccessive diversità che stanno nei programmi dei partiti che si sono presentati alle elezioni. Se quelle che erano le maggiori forze politiche del Paese (socialisti del Pasok e conservatori di Nea Demokratia) potrebbero infatti trovare punti di convergenza ed accordarsi, il problema dopo i risultati elettorali è che ora i due partiti non arrivano da soli alla maggioranza parlamentare ed hanno bisogno di altri appoggi.

Dall’altra parte c’è però una schiera di partiti, dalla estrema sinistra alla estrema destra neonazista, che ha visioni molto diverse soprattutto dal punto di vista della politica economica, questione essenziale per la sopravvivenza della Grecia. Le forze estreme spingono infatti per uno strappo rispetto a quanto mesi fa la Grecia ha negoziato con l’Unione Europea, fino ad arrivare a chiedere l’uscita del Paese dall’Euro, la messa in default e il ritorno alla Dracma, col risultato che i debiti contratti dalla Grecia con altri Paesi dell’Unione non verrebbero pagati.

Facile immaginare che sulla questione non c’è margine di trattativa tra le forze politiche elleniche, e neppure la promessa strappata dal socialista Evangelos Venizelos al Dimar, partito della sinistra democratica, di entrare in una coalizione con Pasok e ND è bastata ad arrivare alla formazione del governo: il Dimar ha infatti posto come condizione la presenza nella maggioranza anche della forza radicale Syriza, che ha però rifiutato.

Punto e a capo: Venizelos ha rinunciato al mandato, rimpallando al Presidente Papulias il compito di trovare un equilibrio per la Grecia. Pena il ritorno alle urne.

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