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Al via alla Piccola Fenice di Senigallia la rassegna ‘Il guaio del cinema italiano’

Si parte l'8 maggio con "Il ritorno di Cagliostro"

Comì di Cucina
Scena tratta da "Il ritorno di Cagliostro"

L’ultima rassegna della Stagione cinematografica 2011-2012 di Senigallia alla Piccola Fenice, è dedicata al grottesco e accompagnerà il pubblico per tutto il mese di maggio con quattro straordinari film italiani.

La rassegna si intitola “Il guaio del cinema italiano“ed è un omaggio alla cinematografia italiana di registi come Ferreri, Citti, ma soprattutto Ciprì e Maresco, geniale duo di cui saranno proiettati l’8 maggioIl ritorno di Cagliostro“e il 15 maggio “Come inguaiammo il cinema italiano“. La lunga e stimolante Stagione cinematografica di Senigallia è promossa dal Comune e curata dagli appassionati del circolo Linea d’ombra. Inizio spettacoli alle 21.15. Ingresso con tessera. Il cartellone prosegue martedì 22 maggio con “La donna scimmia” di Marco Ferreri e si chiude il 29 maggio con “Il minestrone” di Sergio Citti.

La rassegna “Il guaio del cinema italiano” si apre martedì 8 maggio con “Il ritorno di Cagliostro”, film del 2003 diretto da Daniele Ciprì e Franco Maresco, duo che ha portato una ventata netta di novità nel linguaggio cinematografico italiano, con sequenze anche illogiche e elementi decisamente grotteschi. La trama si basa su una storia immaginaria ambientata nella Sicilia del dopoguerra e sul ritrovamento di una leggendaria pellicola dal titolo appunto “Il ritorno di Cagliostro” della Trinacria Cinematografica.

Il film si apre come un documentario, con le critiche discordanti degli esperti e si rivela poi, tramite il racconto di un nano, come la storia dei traffici dei mafiosi di Lucky Luciano. Dopo questo film geniale e innovativo nella storia del cinema italiano, il duo Ciprì e Maresco sforna un altro omaggio alla Sicilia cinematografica e in particolare a un altro duo, quello di Franco e Ciccio, in “Come inguaiammo il cinema italiano” , martedì 15 maggio. Si tratta di un vero omaggio ai due attori protagonisti di tante commedie tra gli anni Sessanta e gli Ottanta, dagli esordi teatrali alla morte. Il film di martedì 22 maggio è “La donna scimmia” diretto da Marco Ferreri nel 1964 e interpretato da Ugo Tognazzi nei panni di un imbroglione e Annie Girardot, la donna scimmia appunto.

I due si incontrano un convento di monache dove la giovane orfana Maria vive da sempre. Vedendola ricoperta di peli come una scimmia, intuisce il business e la convince a seguirlo e a farsi mostrare come fenomeno da baraccone. I due però finiscono per innamorarsi e sposarsi, continuando a vivere in tournée in giro per l’Europa. Maria muore però dando alla luce il figlio, che a sua volta non sopravvive. Non dandosi per vinto, il Focaccia continua la tournée con la donna scimmia e suo figlio imbalsamati. L’ultimo grottesco film in cartellone, martedì 29 maggio, è “Il minestrone” diretto da Sergio Citti nel 1981. Il cast è perfetto: Roberto Benigni, Ninetto Davoli, Franco Citti e Giorgio Gaber.

Come una moderna fiaba di pifferaio magico, i tre accattoni Citti, Davoli e Benigni, rispettivamente Francesco, Giovannino e Il Maestro, vagano in giro per le strade d’Italia alla ricerca di qualcosa da mangiare e in ogni posto dove capitano, salvano e vengono salvati da improbabili figure reiette come loro, che poi decidono di seguirli. La sbilenca carovana di affamati aumenta di tappa in tappa tra surreali vicende, fino all’incontro col Santone (Gaber) che li convince a seguirlo su un valico alpino, accompagnati dalle note di un’orchestra tirolese e di una musica composta da Piovani.

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