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La trattativa tra Stato e Mafia: presentato “Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino”

Il libro dei giornalisti Giorgio Bongiovanni e Lorenzo Baldo alla rassegna Sognalibro di Senigallia

Lorenzo Baldo e Italo PelingaVenerdì 11 marzo si è svolto presso la Biblioteca Antonelliana, la presentazione del libroGli ultimi giorni di Paolo Borsellino” dei giornalisti della rivista “Antimafia DuemilaGiorgio Bongiovanni e Lorenzo Baldo, nell"abito della rassegna libraria “Sognalibro”.

In esso si affronta la spinosa tematica, attualissima, della "trattativa" tra Stato e mafia per le stragi del 1992 che segnarono il tracollo della Prima Repubblica.

Lorenzo Baldo (1970), giornalista pubblicista evicedirettore di “Antimafia Duemila” ha mostrato il tema fondamentale di questo libro: ripercorrere uno per uno gli ultimi 57 giorni di vita del celebre giudice Paolo Borsellino dalla strage di Capaci che portò alla morte del suo altrettanto famoso collega e amico Giovanni Falcone, il 23 maggio 1992, alla sua morte nell’esplosione di Via D"Amelio a Palermo il 19 luglio dello stesso anno.

Un intervallo di tempo non a caso: in questo breve arco di tempo Borsellino venne sicuramente a sapere dell’occulta trattativa tra Stato e Cosa Nostra per frenare la deriva stragistica della cupola guidata da Salvatore Riina.
Trattativa che portò alla morte di Falcone e all"accellerazione volta a colpire anche il suo amico. Riina stesso, in una riunione tra mafiosi in quei giorni ebbe la garanzia da "entità esterne" che la morte dei due giudici fosse utile per la sopravvivenza dell’associazione siciliana.

Chi sono queste entità esterne? Borsellino comincia a indagare con molta fretta perchè consapevole che gli resta poco tempo a disposizione, viene a conoscenza di pezzi delle istituzioni che dialogano con Cosa Nostra.

E così annota tutte queste deduzioni ed ipotesi investigative  nella celebre "agenda rossa". Quest"ultima non risulterà pervenuta il giorno della strage di Via D"Amelio, pur essendo sicuri che si trovava all"interno di una borsa nella vettura scoppiata.

E si celebreranno processi che puniranno sì mafiosi esecutori, ma che non arriveranno mai a intaccare quella "zona grigia" fatta da pezzi deviati e collusi dello Stato, i cosiddetti "mandanti esterni".

A mettere in crisi la falsa testimonianza del falso pentito Vincenzo Scarantino provvederà il pentito attendibile Gaspare Spatuzza, a citare questa trattativa sarà Massimo Ciancimino in un’intervista del 2007. Ma è anche citata la preziosa testimonianza di un fotografo che il giorno della strage ferma sull’immagine un  poliziotto intento a prendere la borsa di Borsellino e ad allontanarsi della vettura per pochi minuti, e infine ritornare e ricollocare la borsa priva dell’agenda rossa.

La segnalazione dell’esistenza della foto è stata fatta alla redazione di “Antimafia Duemila”, la quale ha provveduto immediatamente a girarla alla DIA di Caltanissetta. Questo poliziotto, Giovanni Arcangioli, è stato quindi indagato per falsa testimonianza e furto aggravato per poi essere prosciolto dalla Cassazione; di fatto le possibilità di mettere luce alla vicenda si sono infrante sul muro della Cassazione che ha messo in dubbio il fatto che l’agenda rossa si trovasse all’interno della borsa.

Copertina del libro "Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino – Dalla strage di Capaci a via D’Amelio"Ma anche Borsellino ebbe rapporti con uomini tirati poi in ballo nelle indagini sulla trattativa: con il generale Mario Mori, col colonnello Giuseppe de Donno, col ministro dell’Interno Nicola Mancino (famoso il suo incontro del 1 luglio 1992 dal quale il giudice tornò sconvolto).

E su questo si innesta il capitolo del libro dedicato agli "smemorati di Stato": ministri, politici, e pezzi della polizia che di recente, dopo l’intervista di Massimo Ciancimino, bussano alle Procure di Palermo e Caltanissetta e raccontano pezzi di verità relativi a quei 57 giorni. E le ultime dichiarazioni di Spatuzza, che hanno portato alla negazione del programma di protezione, hanno scatenato l’ennesimo inferno mediatico e l’offensiva dell’attuale classe politica.

A questo punto, sorge una domanda: che paese siamo, se un pentito ritenuto attendibile deve essere messo a tacere? E allora qui deve entrare in gioco la società civile: ci si deve riappropriare dell’indignazione verso questi politici che allora e adesso hanno quei morti sulla coscienza.

Il libro non si presta ad essere soltanto una cronaca giudiziaria (una prosa narrativa facile da leggere come un romanzo, una cronaca appassionata ed imparziale sulla storia dei nostri ultimi anni, secondo la prefazione al volume del pm Antonio Ingroia, stretto collaboratore di Borsellino), ma vuole raccontare anche il lato umano di Paoo Borsellino.

Dalle testimonianze fedelmente riportate da suoi amici e da suoi parenti, ricaviamo la figura di un siciliano appassionato della vita, molto legato alla sua famiglia (al punto di preparare i figli alla sua morte, poco prima del 19 luglio), che ha vissuto un’eternità d’inferno per amore della patria e non della carriera.

In un paese che sta andando all’opposto dei valori, con una classe politica collusa e corresponsabile con la malavita organizzata, egli deve continuare a fornire valori per le future generazioni.

Se diversamente la società civile non sosterrà e proteggerà i giudici che indagano su Cosa Nostraammonisce Lorenzo Baldoquest’ultima continuerà a ricattare e a mettere sotto scacco lo Stato, minacciando di far spostare all’estero tutto il capitale sommerso guadagnato con attività illecite e riducendo l’Italia a un paese da Terzo Mondo, fuori dall’Europa. E’ il momento che vengano allo scoperto i nomi di questi mandanti esterni. Abbiamo davanti una grossa responsabilità da adempiere”.

Un libro consigliabile per chi abbia dimestichezza con tale filone cronachistico, o per chi semplicemente abbisogna di nuovi bagliori e indizi su quell’oscuro e triste periodo stragistico. Il tutto corredato da testimonianze, e informazioni dei processi sulla morte di uno degli eroi più ricordati nel nostro paese.

GLI ULTIMI GIORNI DI PAOLO BORSELLINO
Dalla Strage di Capaci a via D’Amelio

di Giorgio Bongiovanni, Lorenzo Baldo
Prefazione di Antonio Ingroia
Anno: 09/12/2010
Pagine: 363
Casa editrice: Aliberti editore

di Simone Paolasini

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