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Acqua pubblica, interpellanza a Senigallia de La Città Futura

Girolametti: "Si convochi la commissione per completare l'iter, altrimenti perdiamo credibilità"

Acqua pubblica

A due anni esatti dal referendum – tradito – sull’acqua pubblica, La Città Futura tramite il suo capogruppo in Consiglio comunale Carlo Girolametti ha posto un’interpellanza al Sindaco Maurizio Mangialardi in merito alla messa in discussione della forma gestionale del servizio idrico da tenersi in terza commissione consiliare.

Il voto del 12 e 13 giugno 2011 ha visto 27 milioni di italiani riempire le urne chiedendo che l’acqua tornasse ad essere un bene comune, sottraendola totalmente al mercato. Questo risultato democratico è stato tradito e disatteso. Al posto di prendere atto della volontà dei cittadini di sottrarre ai mercati la gestione dell’acqua, si è osteggiato soprattutto il secondo dei due quesiti: l’abrogazione del famoso 7% di remunerazione del capitale, e di conseguenza anche il rispetto dell’abrogazione della privatizzazione del servizio idrico.

Il 7% è stato fatto rientrare con l’idea che si debbano coprire gli interessi pagati per sostenere gli investimenti sotto altre spoglie (“oneri finanziari”) con il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio idrico Integrato dell’AEEG approvato il 28 dicembre 2012.

Per questi motivi, anche alla luce di un impegno preso dalla commissione consiliare, La Città Futura ha chiesto in Consiglio (visto che questo impegno è stato preso più di un anno fa ed è in attesa di essere attuato) “di convocare in tempi brevi la terza commissione consiliare per chiudere l’iter riguardo la discussione sulla forma gestionale del servizio idrico”.

Dovremmo convocare – ha affermato in Consiglio il capogruppo Girolametti – in tempi rapidi la terza commissione anche per giungere ad una relazione su quanto tale commissione ha fatto e deciso sul tema dell’acqua. Pena la perdita di credibilità della politica“.

Vi sono questioni che devono essere affrontate come quella che una Spa, anche se a totale o parziale capitale pubblico, deve fare profitti e, di conseguenza, si comporta come un gestore privato, oppure come quella della trasparenza dei Bilanci e delle decisioni prese dal cda. Ed anche che una Spa pone il rischio di future privatizzazioni vendendo una quota della società oppure di essere incorporata, come avviene in alcuni territori, in una Multiutility regionale spesso anche quotata in borsa.

Commenti
Solo un commento
Tarcisio Torreggiani 2013-06-15 09:52:58
state parlando dell'acqua pubblica o dell'acqua del Sindaco come si legge a caratteri cubitali nei casottini sparsi sul territorio comunale?
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