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Senigallia, da Barbara Spinelli allarme sul femminicidio

Incontro organizzato dalla Scuola di Pace con il Consiglio delle Donne

Incontro con Barbara Spinelli a Senigallia

Continua a Senigallia la serie di incontri ed eventi dedicati alle donne. Dopo le “Zapatos Rojos” che hanno riempito Piazza Roma di scarpe rosse l’8 marzo, sabato 23 marzo – in una Sala Consiliare avvolta da un forte profumo di mimose che ricordava tanto le parole di Teresa MatteiScegliamo un fiore povero, facile da trovare nelle campagne” – si è svolto l’incontro dal titolo “Attivismo della società civile: preventivo e contrasto al femminicidio” con Barbara Spinelli, avvocato penalista che ha collaborato a ricerche sulle politiche di contrasto alla violenza e alle discriminazioni di genere nel mondo.
Ha scritto il libro“Femminicidio. Dalla denuncia sociale al risarcimento giuridico internazionale”.

L’evento, organizzato dalla Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti” con la collaborazione del Consiglio delle Donne, ha visto una partecipazione importante soprattutto da parte di ragazze giovani che sempre più hanno a cuore questo tema.

Dopo una breve introduzione dell’Assessore alle Pari Opportunità Paola Curzi, Barbara Spinelli spiega il femminicidio disegnando un quadro generale del tema fatto di numeri e storie di donne che dopo ripetute richieste di aiuto rimaste inascoltate sono state uccise.

La percezione di inadeguatezza della protezione da parte delle sopravvissute al femminicidio in Italia risponde a un problema reale, confermato dai dati ormai noti: 7 donne su 10 avevano già chiesto aiuto prima di essere uccise, attraverso una o più chiamate in emergenza, denunce, prese in carico da parte dei servizi sociali.

Solo un quarto degli omicidi compiuti all’interno della famiglia sono compiuti per mano femminile mentre tre quarti di essi sono compiuti da uomini.

L’omicidio rappresenta nel mondo la prima causa di morte delle donne in età tra i 16 e i 44 anni ed è esercitato da persone conosciute“.

Questi numeri sono figli, a detta dell’autrice, di un sistema giuridico italiano che era profondamente patriarcale dove le riforme politiche e legislative negli anni non hanno modificato i pregiudizi di genere.

L’allarme lanciato dal giovane avvocato è quello del rischio della imminente chiusura dei centri antiviolenza in Italia per la totale mancanza di fondi elargiti da parte dello Stato per tenerli in vita, inoltre la mancanza totale di dati ufficiali non ci permette di conoscere a fondo il fenomeno e di cercare una soluzione seria e concreta.

Nel futuro l’avvocato ci crede e dice che molto dipenderà dal governo che si insedierà e che deve assumersi prima di tutto l’impegno di ratificare e di rispettare in maniera seria la Convenzione di Istanbul la quale deve essere però accompagnata di pari passo da un pacchetto specifico sul femminicidio.

Commenti
Solo un commento
titti 2013-03-26 20:07:06
l'allarme lanciato dalla giovane avvocata , Barbara è una DONNA :-)
ATTENZIONE!
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