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Polemica tra Vigor e Senigallia Calcio: “Mandolini non può vietarci il Bianchelli”

Accordo sul settore giovanile saltato: "una collaborazione che nasce sotto una minaccia di recupero crediti, non nasce bene"

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Stadio Bianchelli

Non è abitudine del Senigallia Calcio e non lo è mai stata, esternare sui media questioni societarie necessariamente assistite da carattere di riservatezza, al contrario di alcuni personaggi d’ambito che utilizzano tale strumento quale canale pubblicitario, anziché informativo anche e specie nell’interesse della collettività.


L’articolo apparso attribuito al Sig. Mandolini Valentino, attuale Presidente della Vigor Senigallia, necessitano però di una replica onde ristabilire la verità dei fatti, essendo ovviamente, quella resa dal Mandolini, una verità di parte.
E’ intervenuta tra le parti, una “bozza d’accordo” soggetta a ratifica del direttivo del Senigallia Calcio, che però lo stesso Direttivo non ha mai deliberato.
A fronte di una esposizione di poche migliaia di euro, definita dallo stesso Mandolini “consistente credito”, quale arretrato per l’utilizzo dell’impianto sportivo “Bianchelli”, per il quale tra l’altro le due Società avevano trovato un accordo sottoscritto davanti all’attuale Sindaco per un piano di rientro, l’ipotesi era quella dell’accorpamento, senza distinzione di bilanci, del settore giovanile, creato e gestito da oltre quindici anni dal Senigallia Calcio, alla US Vigor Senigallia, che nel frattempo aveva perso, stante “la cessazione della collaborazione” di questa, con altra società senigalliese di settore, affiliata.
E’ acclarato che, una nota dolente per il bilancio di tutte le società sportive, è il costo degli impianti utilizzati per l’attività di preparazione ed agonistica.

Sul punto è altrettanto noto, o dovrebbe esserlo, che la Vigor Senigallia, per convenzione con il Comune di Senigallia, ha la gestione degli impianti Bianchelli e Saline, delegata dalla stessa Vigor a Presidente di altra società.
Uno dei punti “a margine” della bozza d’accordo di cui sopra, era quindi quello che venisse garantita una gestione “super partes” o quanto meno nel principale interesse di tutta la collettività, quindi di tutte le società, non solo di alcune.
Ciò che in pratica garantiva la gestione pubblica antecedentemente all’accordo avvenuto fra il Comune e la Vigor Senigallia.

Appare quindi evidente che una “collaborazione” nata sotto la minaccia di un’azione di recupero credito alternativa, non sembra baciata da una buona stella.
Né appare possibile che, ogni confronto di natura programmatica e dialettica, sia con la società convenzionata, che tra compagini di settore, una delle quali ha la gestione di fatto degli impianti, debba essere “subita”, con richiamo all’esistenza di esposizioni economiche, sempre e solo dal Senigallia Calcio.
Sempre in merito alla facoltà di recesso “non prevista”, si richiama l’attenzione del Presidente Mandolini, all’accordo per l’utilizzo dei campi sottoscritto tra la Vigor e le altre società, tra cui il Senigallia Calcio, non più tardi dell’ultima stagione, poi unilateralmente modificato dalla stessa Vigor Senigallia, “anche se non previsto”, successivamente alla “supervisione gestoria”.

Stando alla minaccia del suddetto Presidente Mandolini, “se non paghi non giochi”, a Senigallia non dovrebbe giocare più nessuno, neppure la Vigor Senigallia.
Ci preme inoltre specificare che la “bozza d’accordo” sottoscritta dai presidenti e mai ratificata dal Direttivo era nata a fronte di una organizzazione societaria che la Vigor Senigallia si sarebbe data, così come riferito, con figure, che a quanto ad oggi ci è dato sapere, non sono mai entrate nel Consiglio Direttivo della stessa società, pertanto in una situazione di incertezza e provvisorietà in Senigallia Calcio, con il conforto di molti associati, ha ritenuto di non dar seguito al”ipotesi di collaborazione.
A seguito della comunicazione di recesso dall’accordo comunicata dal Presidente del Senigallia Calcio per i sopraccitati motivi, come ben sa il Presidente Mandolini, il Senigallia Calcio non si è mai rifiutata di onorare il pagamento del “consistente debito”, come dallo stesso Mandolini  lamentato, come confermato anche in sede istituzionale.

Né, d’altronde, appare possibile e pensabile che la Vigor Senigallia, la quale gestisce, per altro per interposta organizzazione, una struttura pubblica, possa inibirne l’utilizzo ad altra società sportiva, parte della collettività residente, sicuramente non costituita a fini di lucro, d’imperio, perché morosa.
Come sa il Presidente Mandolini, le quote associative garantiscono pienamente la solvibilità del Senigallia Calcio.
Quanto infine all’asserito “danno d’immagine” della Vigor, attuale, vale il vecchio detto del Trap, senz’altro un uomo di calcio: “non dire gatto se non l’hai nel sacco” (ipse dixit).

La replica, doverosa, come si dice, “ci è stata tolta dalle mani”.

 

Il Direttivo

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