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No allo strapotere delle multinazionali: mobilitazione anche a Senigallia

Il 18 aprile il Movimento Territoriale di Cooperazione contro il Partenariato Transatlantico

Optovolante - Ottica a Senigallia
borsa, Tokyo, cina, mercato globale, economia, finanza

Il 18 aprile, in tutta Europa e negli USA, centinaia di migliaia di cittadini, organizzazioni della società civile, movimenti, associazioni e sindacati daranno vita e parteciperanno a numerosi eventi per esprimere il loro dissenso nei confronti del Transatlantic Trade and Investment Partnership, il Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti, meglio (s)conosciuto come TTIP.


La scelta del periodo non è casuale, nel mese di maggio, infatti, il Parlamento Europeo sarà chiamato a definire una risoluzione e ad elaborare raccomandazioni specifiche sui negoziati per TTIP.

A Senigallia ed in altre città della Provincia si svolgeranno iniziative: per rendere visibile la contrarietà dei cittadini ad un trattato che punta a costruire un mercato ad uso e consumo delle multinazionali e, al tempo stesso, per sensibilizzare l’opinione pubblica circa i pericoli nascosti dietro un negoziato in cui saranno le persone, l’ambiente e la democrazia a farne principalmente le spese.

I negoziati iniziati nel 2013 tra l’Amministrazione USA e la Commissione Europea, finalizzati alla liberalizzazione dei mercati e a realizzare il più importante accordo di libero scambio e di investimento della storia del commercio mondiale, hanno l’obiettivo dichiarato di “fornire il più alto livello possibile di protezione giuridica e di garanzie per gli investitori europei negli USA e viceversa”.

Insomma sancire la primazia del diritto delle multinazionali di fare più profitti sul diritto degli Stati di proteggere le loro popolazioni.
Lo scopo primario del TTIP non è quello di liberalizzare il mercato agendo sulle tariffe, i dazi,  perché queste sono già a livelli molto bassi.

La finalità principale del TTIP, come confermato dai negoziatori e nei documenti, è l’eliminazione o la riduzione al minimo comune denominatore di quelle che vengono definite “barriere non tariffarie”, ossia l’insieme di leggi, di normative, di regole che sono poste alla base dei nostri consumi, delle nostre produzioni, del nostro vivere quotidiano.
Le “barriere non tariffarie” sono  considerate “il principale ostacolo” alla liberalizzazione del commercio e degli investimenti e quindi limitative della possibilità di profitto delle imprese transnazionali a est ed ovest dell’Atlantico.

Quelle “barriere” rappresentano in realtà gli standard sociali e ambientali più apprezzati, eliminarle o ridurle al minimo comune denominatore significa minore tutela ambientale, minori diritti per i lavoratori, minore sicurezza alimentare.
Significa compromettere la normativa sull’uso di sostanze chimiche tossiche, significa che fitosanitari, oggi vietati, potranno essere utilizzati, importati e prodotti.
Significa che la devastante (ambientalmente) pratica di estrazione del gas di scisto potrà essere ammessa.
Significa che polli al cloro, carne agli ormoni, OGM potranno finire sulle nostre tavole.

Ma il TTIP mira anche a creare nuovi mercati e, attraverso la libertà di investimento, a spingere per una ulteriore ondata di privatizzazioni in settori chiave quali la sanità, l’istruzione e i servizi idrici.
Si realizza in questo modo  il sogno delle multinazionali: la vita delle persone e il pianeta al servizio e a  valorizzazione del capitale.
Ciò è tanto più vero se si considera che il  trattato rappresenta una vera e propria minaccia per la democrazia.

La più grande minaccia del TTIP sta nel fatto che si cerchi di garantire alle multinazionali il potere di citare in giudizio le autorità di Governo, statali, regionali, comunali, presso un tribunale arbitrale internazionale (ISDS) e chiedere somme da capogiro come risarcimento ogni qual volta ritengano che, normative approvate democraticamente a tutela dell’ambiente, della sicurezza alimentare o, comunque, dell’interesse pubblico, condizionino o limitino i loro profitti o i potenziali profitti.
Un tribunale privato al servizio delle imprese transnazionali attraverso il quale le stesse assurgono ad uno status equivalente a quello di uno stato nazionale.

Per tutto ciò, come Movimento Territoriale di Cooperazione di Senigallia, il 18 aprile, nella giornata di lotta transoceanica, ci mobiliteremo, affinché il TTIP, o qualunque altro accordo commerciale o sugli investimenti  che, in nome del profitto, minacci i diritti e le libertà fondamentali delle persone, non venga stipulato.

 

da Movimento Territoriale di Cooperazione di Senigallia 

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