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Enrico Letta da Napolitano, dimissioni irrevocabili: “Ogni giorno come l’ultimo”

L'ex presidente del Consiglio rimette al capo dello Stato l'incarico, al via le consultazioni

Onoranze Funebri F.lli Costantini
Enrico Letta

Dimissioni irrevocabili. Quello di Enrico Letta, salito al Quirinale per rimettere l’incarico di Presidente del Consiglio al Capo dello Stato, è stato un atto dovuto e preciso, frutto di un strategia pianificata negli ultimi mesi da parte dei Democratici. Che non hanno esitato a ringraziare e salutare Letta per quanto fatto finora (ben poco secondo Matteo Renzi, dato che ha riferito di voler uscire “dalla palude“) e a dargli il ben servito per passare il testimone al segretario Pd.

Dimissioni irrevocabili per la sfiducia giunta proprio grazie alla spinta dei renziani (cioè gran parte del Pd ormai salito sul carro del vincitore neisegretario) durante il consiglio direttivo che ha visto ben 136 si, 16 contrari e 2 astenuti.
Amaro il tweet lanciato dal profilo ufficiale @EnricoLetta: Al #Quirinale a rassegnare le dimissioni al Capo dello Stato. Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato.”Ogni giorno come se fosse l’ultimo”. Dopo nemmeno 10 mesi di governo (giurò il 28 aprile 2013).

L’ormai ex presidente del Consiglio targato “larghe intese” dopo meno di un’ora di colloquio con Giorgio Napolitano ha lasciato il colle senza null’altro in mano che il suo ultimo tentativo di non cadere, quell’Impegno per l’Italia che non ha convinto chi voleva vederlo giù in tutta fretta.
Ha lasciato il colle per far spazio alle consultazioni dei vari partiti che inizieranno già dalle 17, con il presidente del Senato della Repubblica Pietro Grasso, poi con la presidente della Camera Laura Boldrini e infine coi vari partiti. Il PDL-Forza Italia avrà Silvio Berlusconi in testa, perlomeno nelle dichiarazioni; il Movimento 5 Stelle ha affermato che non andrà al colloquio con Napolitano mentre lo stesso Grillo afferma: “Napolitano sceglierà Renzi (e non è un capriccio) che non è parlamentare, che non si è mai candidato nel ruolo di presidente del Consiglio durante le elezioni. Lo farà, come lo ha fatto per Monti e per Letta, ignorando il parlamento, la Costituzione e la volontà degli italiani per la terza volta“.

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