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Università: la Corte europea dei diritti umani dichiara legittimo il numero chiuso

Bocciato da Strasburgo il ricorso di otto studenti italiani. Serve a garantire un'adeguata preparazione

Studenti universitari, università, facoltà, lezioni, istruzione

Il numero chiuso all’ingresso in alcune facoltà di tutta Italia non lede il diritto allo studio. A stabilirlo è stata la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo che ha sentenziato in merito al ricorso di otto studenti universitari, impediti nell’accesso alla facoltà di medicina o odontoiatria.

In particolare, il numero chiuso è stato considerato compatibile con il rispetto al diritto allo studio sancito dalla Convenzione europea dei diritti umani ma soprattutto non “supera” la discrezionalità che ogni Stato membro dell’UE ha in materia.

Le restrizioni, tra l’altro, sono funzionali a garantire un’adeguata preparazione ad un adeguato numero di studenti.

Il ricorso era stato presentato da alcuni studenti universitari che tra il 2007 e il 2009 si erano trovati in situazioni differenti tra loro: una aveva provato ad accedere per tre volte alla facoltà di medicina di Palermo, senza passare mai il test di ingresso; altri sei non avevano superato l’esame per entrare nella facoltà di odontoiatria sebbene avessero esperienza professionale come tecnici odontoiatrici o igienisti dentali. Infine l’ultima persona ricorrente, pur avendo passato il test d’ingresso, non aveva mai sostenuto un esame in otto anni per cui è stato escluso.

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