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“Federico II” inaugurera’ la Stagione del Teatro Pergolesi di Jesi

Omaggio al piu' celebre cittadino di Jesi


Pupi, pupari e proiezioni per la prima esecuzione assoluta dell’opera "Federico II" di Marco Tutino, compositore di punta del teatro musicale italiano, inaugura il 1 ottobre alle ore 21 (replica il 3 ottobre alle ore 16) la Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Giovan Battista Pergolesi di Jesi.L’opera – che viene rappresentata in occasione degli 810 anni dalla nascita a Jesi dell’imperatore Svevo – aprirà l’edizione numero XXXVII del cartellone lirico firmato dal direttore artistico M° Angelo Cavallaro, promosso dal Comune di Jesi, e sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Marche (sponsor principale: Banca delle Marche).L’azione scenica prenderà infatti il via grazie ad un Puparo che, vestito in abiti contemporanei, darà vita ai personaggi – Federico ed i figli Violante, Enrico, Corradino, la moglie Isabella di Inghilterra, Pier delle Vigne, Michele Scoto – in una chiave di lettura quasi "pirandelliana", dove il gioco del Teatro dei Pupi si mescola alle moderne videoproiezioni.
L’Orchestra Filarmonica Marchigiana, il Coro Lirico Marchigiano "Bellini", diretti da Stewart Robertson, regia di Valter Malosti, video di Francesco Frongia, scene di Paolo Baroni, movimenti coreografici di Tommaso Massimo Rotella, costumi Patrizia Tirino, con i cantanti Randal Turner (Federico II), Michela Sburlati (Isabella), Laura Cherici (Violante), Keith Olsen (Pier Delle Vigne), Mark Milhofer (Enrico), Manrico Signorini (Omar e Michele Scoto), Filippo Bettoschi (Papa Innocenzo e Berardo di Castacca), Roberto Gattei (Dottore) sono i protagonisti dell’opera su libretto di Giuseppe di Leva, che racconta la storia del più celebre cittadino di Jesi, nato nel 1194.
Ricordiamo che Federico II fu artefice di una vita culturale vivacissima: si circondò di matematici e astronomi, musici e poeti, medici, legislatori e filosofi. Con lui sorsero la Scuola poetica siciliana e l’Università di Napoli (1224), centro della cultura europea; la Scuola medica salernitana divenne Accademia ed ebbe la prima cattedra di Anatomia. Accolse anche poeti e trovatori che fuggivano dalla Provenza perché perseguitati come eretici dal Papa.L’opera "Federico II" è frutto della riscrittura di una imponente produzione lirica realizzata 12 anni fa, e mai andata in scena. Fu un desiderio di Giancarlo Del Monaco, nel 1992 sovrintendente dell’Opera di Bonn, quello di realizzare un’opera che si ispirasse a quel personaggio. "In un primo momento sia io che il librettista Giuseppe Di Leva fummo perplessi circa la possibilità di comporre un’Opera per così dire storica – racconta Marco Tutino – ci sembrava che i rischi di cadere nella retorica, o addirittura nel ridicolo, fossero alti. Man mano che si procedeva nel lavoro, trovammo quelle ragioni e quell’entusiasmo necessari per portare a termine un impegno così cospicuo"."Da allora – aggiunge il compositore – molte cose sono cambiate, nel modo di ascoltare lirica, di produrla, ma anche nel mio modo di comporre". Ricchissima la trama musicale e teatrale rispetto al progetto originale: a Jesi l’opera interseca in più punti la prosa affidata al Teatro dei Pupi, fino al melologo sempre interpretato da un puparo. "Questo perché la commissione originale esigeva una dimensione davvero improponibile oggi: si trattava di tre ore e mezza di spettacolo, con una compagine orchestrale e corale smisurata e un numero altissimo di personaggi. Dunque anche l’orchestrazione ha subito modifiche sostanziali, e l’organico scelto oggi è molto ridotto e differente anche nelle scelte timbriche "."Federico II – aggiunge Tutino – è certamente la più "moderna" delle Opere che ho scritto. Abbiamo evitato il racconto e scelto l’evocazione, il sogno, la fascinazione di alcune situazioni tipo".
dall’Ufficio Stampa Teatro Pergolesi

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Mercoledì 29 settembre, 2004 
alle ore 10:14
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